Meloni al primo giro di boa incassa manovra e fiducia

A vuoto i tentativi d'ostruzionismo dell'opposizione il governo chiude con bilancio, dl "rave" ed Europa

Meloni al primo giro di boa incassa manovra e fiducia

La grande corsa contro il tempo per chiudere la legge di bilancio, l'ingresso ex abrupto nelle stanze del potere, i riflettori del mondo puntati sul primo governo di «destra-centro» e sulla prima volta di una donna presidente del Consiglio. Giorgia Meloni si appresta a fare il bilancio della sua nuova vita da premier nella conferenza stampa di fine anno, convocata per oggi alle 11.30. Un appuntamento in cui avrà come sempre i riflettori puntati contro, ma durante il quale potrà estrarre dal mazzo e mettere sul tavolo alcuni «assi» importanti.

Il primo lo annuncia Luca Ciriani. «Domattina (oggi per chi legge ndr) in Senato entro le 12 ci sarà il voto finale con la fiducia sulla manovra. Lo faremo in tempi record perché questo governo si è insediato da due mesi e quindi in trenta giorni abbiamo fatto quello che di solito si fa in due o tre mesi» dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento. Oltretutto chiudendo la partita «un giorno prima rispetto al cosiddetto governo dei migliori».

L'altro traguardo che il governo si appresta a tagliare è l'approvazione del Dl Rave, con la conversione in legge del decreto che va a colpire chi promuove o organizza eventi e raduni musicali con invasione e occupazione arbitraria di terreni altrui. Oggi alle 19 si inizieranno a votare gli ordini del giorno, poi la seduta dell'Aula proseguirà a oltranza fino al voto finale con la probabile chiusura entro il primo pomeriggio di venerdì, in tempo utile per evitare quella decadenza fortemente ricercata dalle opposizioni, alla disperata ricerca di un primo dispiacere da infliggere al governo Meloni. Ieri la giornata è stata segnata dai tentativi dell'opposizione di far slittare i tempi a colpi di ostruzionismo e anche da una polemica contro il ministro Ciriani che ha annunciato il ricorso alla «tagliola», lo strumento regolamentare che dimezza i tempi di esame e taglia di netto le dichiarazioni di voto finali, in modo da passare direttamente al voto. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana ha sottolineato che «si tratta di una prerogativa della presidenza non ancora avvallata, ma per evitare questo strumento servirà la buona volontà dei deputati». Buona volontà di cui non si vedono tracce all'orizzonte,

Il terzo motivo per sorridere per l'esecutivo arriva dall'annuncio firmato da Raffaele Fitto. «Sono stati raggiunti i 55 obiettivi previsti dal Pnrr per il secondo semestre 2022. Questo risultato è il frutto di un importante lavoro di squadra e del dialogo costruttivo con la Commissione europea», spiega il ministro per gli Affari Europei. Il concetto di gioco di squadra viene ripresa anche da Annamaria Bernini, che come ministro della Ricerca ha un ruolo importante nella costruzione del piano. «Ora il nostro obiettivo è garantire che questi risultati siano un investimento continuativo per tutto il sistema dell'alta formazione».

Al di là del risultato conseguito e dell'accesso alla terza rata - messo in dubbio a più riprese dall'opposizione - la soddisfazione per Giorgia Meloni riguarda il fatto che alla data di insediamento sui 55 obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre ne risultavano conseguiti 25 e in poco più di 60 giorni sono stati adottati 2 decreti legislativi, 12 ministeriali; 3 interventi normativi in Legge di Bilancio.

Il governo ora potrà avere accesso a 19 miliardi e concentrarsi sulla revisione del Pnrr. La disponibilità al dialogo da parte dell'Ue c'è purché venga perseguita la via delle riforme strutturali. Una richiesta a cui il governo ha tutta l'intenzione di dare seguito.

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