La Meloni smaschera Letta&Co: "Sono nervosi, hanno paura"

La presidente di Fratelli d'Italia mette all'angolo la sinistra: "Va in giro per il mondo cercando di far alzare lo spread dopo aver creato un debito pubblico enorme"

La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni
La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni

Il panico a sinistra è sotto gli occhi di tutti: il fronte rosso continua ad agitarsi, a mostrare evidenti segni di nervosismo per l'avvicinarsi delle elezioni politiche che si prospettano non proprio esaltanti per il Partito democratico e i suoi alleati. Il terrore di una disfatta elettorale viene confermata dalla strategia di demonizzare l'avversario principale. E così Giorgia Meloni ha smascherato l'ammucchiata di sinistra, accusando il Pd e i compagni rossi di aver condotto una campagna elettorale all'insegna dell'insulto personale.

La sinistra all'angolo

La presidente di Fratelli d'Italia, intervenuta ai microfoni di Rtl 102.5, ha pungolato il Partito democratico per l'atteggiamento adottato nel corso di queste settimane. "Sono loro molto nervosi. Le aggressioni, che fanno diventare il Pd un partito estremista, tradiscono una grande paura e insicurezza", è la tesi della numero uno di FdI dopo essere finita quotidianamente nel mirino della sinistra.

La Meloni ha fatto notare che in effetti dal Pd non fanno altro che nominare Fratelli d'Italia, diventata ormai una vera e propria ossessione dell'accozzaglia rossa che sta tentando di dipingere l'aspirante premier come un mostro politico. Non sono mancate provocazioni all'indirizzo di FdI, magari sperando in una reazione scomposta che però non è arrivata: "Sanno che ho un carattere fumantino, però sto facendo un corso da monaco tibetano. Leggo poco, non ascolto gli insulti quotidiani che mi vengono rivolti".

A infastidire la Meloni è anche il comportamento di Enrico Letta e Luigi Di Maio, che non hanno perso l'occasione per gettare fango sul centrodestra: il primo ha fatto scattare l'allarme democratico; il secondo ha parlato di una guerra economica che potrebbe verificarsi qualora la coalizione avversaria dovesse arrivare al governo. Ma anche su questo punto la leader di Fratelli d'Italia ha rinfrescato la memoria ai rossi: "La sinistra italiana dice fake news, va in giro per il mondo cercando di far alzare lo spread. Il debito pubblico è enorme, ma chi l'ha creato? Non FdI ma la sinistra".

La squadra di governo

In caso di vittoria il centrodestra dovrà trovare una quadra comune sulla premiership e sulla squadra di governo. L'accordo di coalizione prevede che spetta al partito più votato l'onore di indicare il nome del prossimo presidente del Consiglio da proporre al capo dello Stato. In tal senso la Meloni ha fatto notare che "non ci si prepara a fare la premier in due mesi". "Io faccio politica da quando avevo 15 anni, ne ho 45, quella è l'unica l'unica scuola. La gavetta, studiare tanto, tantissimo, l'ancoraggio forte ai propri valori, non rendersi ricattabile e non farsi comprare", ha aggiunto.

La numero uno di FdI ha fatto sapere che nel ventaglio delle ipotesi ci sono diversi nomi come possibili componenti dell'eventuale futuro esecutivo. Profili che, un po' per scaramanzia e un po' per realismo, resteranno coperti fino all'ultimo momento: "Non voglio dare niente per scontato fino al 25 settembre, ne parleremo dopo. Le battaglie vanno combattute senza dare nulla per scontato fino al 25".

Il centrodestra

Altro tema importante riguarda la compattezza del centrodestra che, a differenza del minestrone di sinistra, vanta una coalizione storica ed è riuscito a serrare le fila in vista del voto. Certo, ci sono sfumature tra i partiti, ma alla base c'è una visione comune. Ed è proprio questo, secondo la Meloni, che farà la differenza per la stabilità del potenziale governo: "Il centrodestra non è diviso. Abbiamo scritto il programma comune in due giorni, mentre il centrosinistra non ha nemmeno un unico programma. Non credo ci saranno problemi".

Il fattore Russia

Questa mattina Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione parziale della Russia e ha ricordato che anche Mosca può vantare armi di distruzione di massa.

Per Giorgia Meloni l'uscita dello Zar è la dimostrazione di un periodo di difficoltà e debolezza che sta attraversando dopo la scelta di invadere l'Ucraina: "È una mossa abbastanza disperata. Ma bisogna fare attenzione, bisogna essere compatti e in questo momento serve molta lucidità e diplomazia".

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