Meno armamenti, più tasse e droga: l'agenda Schlein è incompatibile con i moderati Pd

L'agenda Schlein inizia a delinearsi. Meno Nato e più Cina. Meno armi all'Ucraina, per la difesa contro l'invasione russa, e più droghe libere. Meno lavoro e più tasse

Meno armamenti, più tasse e droga: l'agenda Schlein è incompatibile con i moderati Pd
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L'agenda Schlein inizia a delinearsi. Meno Nato e più Cina. Meno armi all'Ucraina, per la difesa contro l'invasione russa, e più droghe libere. Meno lavoro e più tasse.

Un programma, senza dubbio radicale, che spaventa i moderati nel partito, terrorizzati dalla «svolta cubana» del Pd. L'uscita (ultima) pacifista sulla Nato ha messo in forte imbarazzo l'ala riformista dei dem guidata dall'ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

Schlein chiede di rinviare l'impegno a portare le spese militari alla soglia del 2% del Pil come vuole l'Alleanza Atlantica. Guerini, capo dell'ala moderata nel Pd, mette subito in chiaro: «Nessun passo indietro rispetto agli impegni assunti in sede Nato soprattutto, per ammodernare il nostro strumento militare, da finalizzare soprattutto nei settori degli investimenti e dell'esercizio, che purtroppo ha scontato tagli ed ipofinanziamento negli anni passati».

È l'ennesima frattura che si apre in un partito sempre più appiattito su posizioni radicali. L'uscita di Guerini raccoglie i malumori esplosi in queste ore nel Pd per lo scivolamento della linea politica sulle posizioni contiane. Da notare il silenzio di Dario Franceschini, sponsor numero uno di Schlein, che stavolta non corre in soccorso della segretaria per blindare la posizione. Però parla l'ex senatore dem Luigi Zanda, a lungo braccio destro di Franceschini, che in una lettera a Repubblica avverte la segretaria: «L'obiettivo del 2% del Pil per le spese militari è un impegno internazionale formale dell'Italia. Un grande partito non annuncia di preferirne il rinvio al mantenimento della parola data. Sei mesi sono un tempo sufficiente per una prima valutazione del lavoro di Elly Schlein e per chiedersi se sinora abbia mostrato quella personalità e quella visione che servono al Pd».

L'affondo di Zanda viene letto nel partito come un avvertimento da parte di Franceschini. A sostegno della posizione Schlein non arriva nemmeno una battuta di Zingaretti o da parte di uno dei big che l'hanno sostenuta al congresso. Da fuori, l'ex dem Enrico Borghi infila il dito nella piaga: «Elly Schlein decide scientemente, su un tema che a sinistra è delicato come quello della pace, di scaricare in un colpo tutte le politiche dei suoi predecessori per abbracciare in toto la posizione di Giuseppe Conte».

Nell'agenda politica, con la quale Schlein sogna di conquistare Palazzo Chigi, non c'è solo la firma al manifesto pacifista e anti militarista lanciato in questi giorni da Michele Santoro e Luigi de Magistris. Ma spuntano due ricette rivoluzionarie su economia e diritti. Sul Fisco, la proposta è «dirompente»: una tassa sul clima. «Grande novità». Sì, proprio così. Nella mozione congressuale, Schlein propone un balzello su le attività (praticamente tutte) che inquinano. No alla flat tax, definito un sistema avvelenato.

Patrimoniale e redistribuzione della ricchezza sono gli altri due pilastri della ricetta fiscale di Schlein. «Il fisco che vogliamo - scrive la segretaria nel suo programma - redistribuisce i redditi e la ricchezza e contribuisce a ridurre le diseguaglianze sociali. In una riforma fiscale complessiva e progressiva anche il tema dei grandi patrimoni deve essere affrontato in un'ottica redistributiva, a partire dall'allineamento della tassa sulle donazioni e successioni al livello degli altri grandi Paesi europei, come propone il Forum Disuguaglianze e Diversità».

Altro punto centrale dell'agenda Schlein è la legalizzazione delle droghe leggere. «Dopo 60 anni di proibizionismo - chiede Schlein - la regolamentazione legale della cannabis è, come dimostrano dati ed evidenze scientifiche, l'unico strumento efficace di controllo sociale della sostanza: toglie la sostanza più usata dal mercato criminale e il 40% degli introiti alle narcomafie, protegge i più giovani, previene i comportamenti rischiosi grazie ad informazioni chiare, recupera risorse per l'educazione e per la repressione dei reati a più alto allarme sociale.

Riqualifica i quartieri, crea posti di lavoro e limita l'inquinamento finanziario dei miliardi riciclati a far concorrenza sleale alle imprese italiane. La canapa è anche una risorsa per l'agricoltura, a partire da quella industriale che va incentivata e non ostacolata».

Schlein vuole liberare il Pd dagli ultimi residui riformisti e farne un partito movimentista.

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