«Meno cardinali in ufficio e più spazio per i laici»

Il porporato honduregno a capo del «C9» anticipa nuove riforme allo studio in Vaticano: «Cambiamenti per la Segreteria di Stato»

«Meno cardinali in ufficio e più spazio per i laici»

Alla vigilia del settimo incontro del «C9» (il gruppo di cardinali che consiglia Papa Francesco per la riforma della Curia Romana) parla a Il Giornale il cardinale honduregno Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, 71 anni, coordinatore del gruppo di nove porporati che da oggi si riunirà in Vaticano. Tanti i temi all'ordine del giorno di queste nuove riunioni: si parlerà ancora di accorpamenti di dicasteri (verranno analizzati tutti i suggerimenti inviati da cardinali e arcivescovi a capo di congregazioni e pontifici consigli) e soprattutto si parlerà della riforma della Segreteria di Stato.

Eminenza come sta procedendo il lavoro del C9?

«Il lavoro procede normalmente, posso dire anche con grande gioia. Siamo un gruppo molto unito. Questo, però, non significa che tutti la pensiamo allo stesso modo, ma è qui sta la ricchezza della nostra diversa provenienza…».

Per la riforma della Curia, si parla di accorpamenti di pontifici consigli con la creazione di due grandi congregazioni: una per i laici e una per la carità. C'è anche qualche altro progetto in cantiere oltre alla riforma dei media vaticani?

«Intanto posso dire che il fatto di unificare diversi pontifici consigli in due grandi dicasteri faciliterà una maggiore partecipazione dei laici (uomini e donne) negli organismi della Curia. Si è discusso anche di una riforma della Segreteria di Stato e a tal proposito il Card. Parolin presenterà un progetto in queste imminenti riunioni».

Qualche settimana fa il Papa ha incontrato tutti i capi dicastero della Curia. In quell'occasione il segretario del «C9», Mons. Marcello Semeraro ha presentato le vostre proposte. Avete trovato resistenze alla riforma?

«Non parlerei di resistenze, tutti i capi dicastero appoggiano la riforma di Papa Francesco. Secondo quanto mi è stato riferito, la presentazione di Mons. Semeraro ha ricevuto una buona accoglienza. Naturalmente tutti i commenti e i suggerimenti forniti saranno inseriti nel progetto».

Il Papa invece come sta vivendo questa fase di cambiamento della Curia?

«La sta vivendo con grande serenità e speranza. È una persona di grande fede e di preghiera, che conosce bene la sua missione e la porta avanti con la “gioia del Vangelo”».

La proposta di creare un «moderator curiae» è sempre all'ordine del giorno o per adesso ci sono altre priorità?

«Quella del “moderator curiae” era una proposta nata durante le congregazioni che hanno preceduto il conclave; allo stato attuale non è necessario creare una figura di questo tipo perché con una semplificazione dei diversi dicasteri, lo stesso Segretario di Stato può svolgere quel servizio».

La riforma della Curia riguarda anche le finanze vaticane e lo IOR. Si stanno facendo passi in avanti anche su questi temi?

«La riforma dell'economia è stata la prima, ce ne siamo occupati nelle prime tre sessioni plenarie del “C9” e si è conclusa con la creazione della Segreteria per l'Economia guidata oggi dal cardinale George Pell. Sia nello IOR sia all'APSA sono stati apportati i necessari adeguamenti e già stiamo vedendo i primi frutti…».

Riformerete anche il sistema delle nunziature apostoliche sparse per il mondo?

«Riguardo alle nunziature ci son stati diversi interventi e ci si è chiesti perché i nunzi debbano essere necessariamente arcivescovi. Questa è una prassi sviluppata dopo il pontificato di Benedetto XV, però non c'è un ostacolo perché possano essere anche laici preparati come diplomatici di carriera. Alcuni non sono d'accordo perché il ruolo dei nunzi apostolici riguarda anche la presentazione dei candidati vescovi di quel Paese e quindi è importante che siano degli ecclesiastici. Non è detto che le cose non possano cambiare, comunque per il momento l'argomento non è all'ordine del giorno delle nostre riunioni».

La riforma porterà ad una riduzione dei cardinali della Curia Romana?

«Certamente, perché uno dei passi della riforma prevede che non ci siano necessariamente cardinali a capo di dicasteri o segretariati, perché il lavoro di un cardinale, lo dice anche il Papa, non è basicamente da ufficio».

Benedetto XVI ha dato dei consigli al gruppo del “C9”?

«Il Papa Emerito Benedetto XVI è sempre molto discreto e quando gli ho chiesto, tramite il cardinale Marx, se aveva qualche consiglio da dare, lui mi ha risposto che “pregava per noi”».

Si possono calcolare dei tempi per la conclusione della riforma della Curia?

«Non c'è nessuna fretta, perché

è un lavoro di grande spessore che richiede tempo, molte informazioni e soprattutto consultazioni. Le grandi cose non s'improvvisano! Continuiamo il nostro lavoro con costanza e la scadenza la deciderà lo Spirito Santo».

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