"Erano stanchi, avvertivo una negatività, ho chiamato la pubblicità, abbiamo fatto un breve ragionamento insieme e poi ho fatto fare l'appello finale a tutti e due. Quando si va verso un muro contro muro, quando si ripetono per due volte le stesse accuse, è bene stoppare". Enrico Mentana, direttore del Tg La7, racconta così a La Stampa, la decisione di mandare la pubblicità nel momento culminante del confronto tra Matteo Renzi e Gustavo Zagrebelsky con l’intento di stemperare gli animi tra i due contendenti.
Il referendum costituzionale è materia ostica e divisiva ma nemmeno il selfie scattato subito dopo la diretta, cè servito a riportare la pace. "È stato un dibattito fra due che sentivano di essere i capofila dei due fronti, con colpi non bassi, ma comunque tali da delimitare il territorio. Non è stata certo una disputa accademica, perché non lo è.
È un referendum che ha una posta in palio piuttosto cospicua", ha spiegato Mentana che attribuisce la vittoria né all’uno né all’altro anche se “Renzi vive davanti alla telecamera tutti i giorni, mentre non penso che Zagrebelsky abbia fatto mai una cosa del genere in uno studio tv, ma non mi è mai sembrato fortemente in difficoltà". Un Renzi che, al direttore del tg La7, ricorda il Berlusconi del 2006 “quando sfidò Prodi alle politiche, sfiorando la rimonta” e questo grazie soltanto allo 'scontro diretto' col suo avversario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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