Merkel bacchetta Merz: "L'ascesa di Afd è colpa tua"

L'ex cancelliera interviene sulla campagna elettorale. Ma il candidato Cdu va avanti

Merkel bacchetta Merz: "L'ascesa di Afd è colpa tua"
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Il sovrano deve essere «il primo servitore dello Stato», affermava il re di Prussia Federico II il Grande. Un imperativo che Angela Merkel ha incarnato nei sedici anni in cui è stata cancelliera tedesca. Oggi, l'ex presidente della Cdu, che ha gestito più di risolvere i problemi sia della Germania sia dell'Ue, pare impersonare la ricetta per la sopravvivenza dei burocrati teutonici. Tutto ciò che non è di propria competenza e avviene al di fuori dell'orario di lavoro non è una responsabilità. Nelle sue memorie «Libertà», la «Mutti» di cui tanti si sentono orfani non soltanto in Germania ha sempre una giustificazione e non ammette un errore. Tutto si tiene: dal «nein» del 2008 all'Ucraina nella Nato all'apertura delle frontiere tedesche durante la crisi dei migranti nel 2015. Oggi l'ex cancelliera rivendica di non aver nulla a che fare con l'ascesa del partito di estrema destra Afd, che cavalca la paura dell'immigrazione. «Quando ho lasciato l'incarico, Afd era a circa l'11 per cento e il fatto che ora sia al 20 non è proprio più una mia responsabilità», ha dichiarato Merkel. È una stoccata sia al governo del cancelliere Olaf Scholz sia a Friedrich Merz, successore della «Mutti» alla presidenza della Cdu e candidato dei popolari alla guida del governo in vista delle elezioni anticipate in programma in Germania per il 23 febbraio.

Da sempre acerrimi avversari, Merkel e Merz non si risparmiano attacchi più o meno espliciti. Da ultimo, l'ex cancelliera ha bollato come «sbagliata» l'apertura ad Afd sul contrasto all'immigrazione illegale da parte del suo successore alla guida della Cdu. A sua volta, Merz ha definito «mal governata» la politica sull'immigrazione attuata in Germania negli ultimi dieci anni. «Non lo posso accettare», ha replicato Merkel. L'ex cancelliera ha poi esortato tutti i partiti democratici a ritrovare il senso della misura e raggiungere un compromesso sul contrasto all'immigrazione illegale, così da disinnescare la polarizzazione montante sfruttata da Afd. Merz non pare raccogliere l'invito e dichiara di voler «fare sul serio» senza «deviare dalla rotta», certo che Spd e Verdi cederanno. Il cancelliere Scholz, candidato dei socialdemocratici a un secondo mandato, afferma di avere «la mano tesa per soluzioni comuni», che tuttavia devono essere «giuridicamente sostenibili». Prove di intesa mentre sulla «Mutti» cala il verdetto di Sahra Wagenknecht, a capo del partito di estrema sinistra Bsw: «È la madre di Afd.

Senza la politica per i rifugiati dell'allora cancelliera, l'estrema destra «non sarebbe entrata al Bundestag nel 2017 e probabilmente oggi non esisterebbe più». Un giudizio certamente sindacabile, ma non del tutto infondato.

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