Il dopo Merkel fa paura. Il suo partito ora rischia una batosta elettorale

Tutti i guai Cdu-Csu: dal flop sui vaccini ai due deputati travolti dal caso mascherine

Il dopo Merkel fa paura. Il suo partito ora rischia una batosta elettorale

«Non sarà stata violata la legge ma la vicenda resta altamente immorale». Le parole consegnate alla Bild da Lars Klingbeil, segretario generale del partito socialdemocratico (Spd), riassumono bene la reazione di tanti tedeschi davanti allo scandalo in cui è coinvolto Nikolas Löbel. Il deputato della Cdu, il partito di Angela Merkel, ha ammesso che la sua azienda ha intascato 250mila euro in commissioni su contratti per l'acquisto di mascherine. Un guadagno ottenuto grazie alla mediazione condotta fra il Land Baden-Württemberg e due aziende locali. Purtroppo per Löbel, il Land in questione va al voto domenica prossima e la vicenda è finita nell'occhio del ciclone. Klingbeil ha sollecitato la restituzione di un guadagno ottenuto mentre sul Paese veniva imposto un lockdown severissimo, con scuole e negozi chiusi ormai dallo scorso 16 dicembre. Questi comportamenti, ha concluso l'esponente della Spd, «distruggono la fiducia nella politica». Furiosa con il collega anche Susanne Eisenmann, la candidata premier della Cdu nel ricco Land meridionale: «È inaccettabile - ha affermato - che i parlamentari si arricchiscano durante questa grave crisi». Per gran parte dei tedeschi parimenti inaccettabile è stato il comportamento del deputato 34enne. Appena la stampa ha reso la vicenda di dominio pubblico, Löbel ha dichiarato: «Mi assumo la responsabilità delle mie azioni e ne traggo le conseguenze». Così si è dimesso dalla Commissione Esteri ma è rimasto ben ancorato allo scranno di parlamentare. Solo l'intervento di un imbarazzato presidente del partito, Armin Laschet, ha spinto Löbel ad annunciare le dimissioni immediate dal Bundestag e l'abbandono della politica attiva.

Nel frattempo resta ancora parlamentare Georg Nüßlein: il deputato 51enne della Csu, la costola bavarese della Cdu, avrebbe intascato 660mila euro in bustarelle ottenute da un produttore di mascherine per favorire l'assegnazione di una commessa pubblica al produttore dei dispositivi. Più grave di quello di Löbel, il suo caso ha portato il Bundestag lo scorso 25 febbraio a sospendere l'immunità di Nüßlein per permettere alla magistratura di fare luce sulle accuse di corruzione. Il parlamentare ha lasciato l'incarico di vicecapogruppo dell'Unione Cdu-Csu ma il doppio scandalo ha comunque permesso al leader dei Verdi Robert Habeck di affermare che all'interno del blocco moderato esiste un problema «strutturale e sistemico». Il politico ecologista ha tutto da guadagnare dall'imbarazzo in cui è precipitata l'Unione: in Baden-Württemberg i due partiti sono alleati ma gli ecologisti guidano il governo regionale uscente. Il caso Löbel potrebbe ridimensionare la Cdu regionale accreditata dai sondaggi di metà febbraio a circa il 30% dei consensi. A salvare la corsa della Eisenmann può intervenire però il voto per corrispondenza: per evitare le file al seggio in piena pandemia, molti elettori hanno già votato. La questione resta però aperta sul piano federale: tanto Armin Laschet quanto il governatore bavarese Markus Söder cercano in queste settimane di accreditarsi quali candidati cancellieri alle legislative del prossimo settembre (alle quali Angela Merkel non si ricandiderà).

Il loro compito è oggi marcare la distanza dai due deputati arricchitisi grazie al Covid e la strada da oggi si fa più in salita: secondo l'ultima rilevazione dell'Istituto Kantar, la Cdu è scesa al 32% dal 34% di due settimane fa.

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