La Merkel sicura di vincere ma rischia il minimo storico

Cancelliera al 36%, a un punto dal peggior risultato Paga la svolta a sinistra. È boom dell'estrema destra

La Merkel sicura di vincere ma rischia il minimo storico

Berlino - La cancelliera Angela Merkel parte da una posizione tanto scomoda quanto scivolosa: quella di chi ha già la vittoria in tasca. Si dovrà invece aspettare domani sera per stabilire la misura della sua affermazione. O meglio, di quella del suo partito: la Cdu. Secondo l'ultimo sondaggio Zdf Politikbarometer, con il sostegno dei fratelli bavaresi della Csu, il partito di Merkel dovrebbe raccogliere il 36% dei consensi. Una percentuale che farebbe gola a molti grandi partiti europei eppure pericolosamente vicina al minimo storico dei cristiano democratici tedeschi: il 35,1% del 1998. Ecco perché in queste ore la leader 63enne ha lanciato un appello agli elettori: «Andate a votare e fatelo per partiti che siano al 100% fedeli alla Costituzione: quando si tratta dei nostri valori comuni dobbiamo essere molto chiari». Parole che neppure troppo velatamente valgono come una richiesta di boicottare Alternative für Deutschland. Con la sua piattaforma anti-euro, nel 2013 AfD rimase fuori dal Parlamento seppure per un soffio. Dopo aver abbracciato una linea xenofoba come reazione alla politica dell'accoglienza voluta da Merkel fra il 2015 e il 2016, domani sera AfD potrebbe diventare il terzo partito al Bundestag.

La gara in Germania è tutta per quella posizione. A contendersela c'è appunto il duo Alice Weidel-Alexander Gauland che, sondaggi alla mano, potrebbe ottenere fra l'11 e il 13%. A rincorrere AfD c'è poi il partito liberale, l'Fdp, avvistato dagli opinionisti fra il 9 e l'11%. Numeri che confermano un chiaro scivolamento a destra dell'elettorato tedesco oppure, come osservano alcuni politologi, dello smottamento verso sinistra della Cdu, diventata nella legislatura appena conclusa una formazione centrista se non addirittura socialdemocratica. Salario minimo legale, pensioni più alte per mamme e 63enni con molti contributi, marijuana legale a scopo terapeutico e nozze gay: sono tutte riforme approvate dalla grande coalizione fra Cdu e Spd negli ultimi quattro anni. Senza dimenticare, ovviamente, l'accoglienza a oltre un milione di profughi giunti in Germania da Siria, Irak e Afghanistan.

Spostata di peso a sinistra dalla propria leader, la Cdu non ha solo aperto a nuovi conservatori e a populismi: Merkel ha anche sbriciolato la Spd. Attaccati al centro dalla Cdu, i socialdemocratici credevano nelle virtù taumaturgiche di Martin Schulz, sceso dallo scranno più alto di Strasburgo per disarcionare la cancelliera. Secondo le rilevazioni, invece, i progressisti possono puntare al 21,5%. Se confermato, si tratterebbe di un risultato catastrofico per un partito che nel 2002 aveva il 38% e nel 2005 il 34%. Tutti puntano dunque sull'affluenza: Merkel per scongiurare che i suoi simpatizzanti, impigriti dagli annunci prematuri di successo, si dimentichino di andare a votare; Schulz affinché gli indecisi salvino l'Spd da un destino inesorabile; AfD e Liberali per dare uno scossone da destra al Bundestag; i social-comunisti della Linke per non farsi superare dagli odiati liberali amici delle imprese. L'unica certezza è che il Bundestag si annuncia più frammentato di oggi. E che la Cdu avrà l'onore di aprire le danze per formare il nuovo governo Merkel. La cancelleria ha ovviamente escluso di cooperare con Afd e Linke.

Fra i governi più realistici c'è una nuova große Koalition che porga la mano al presidente francese Emmanuel Macron, oppure un ritorno alla vecchia fiamma della Cdu, ossia il governo coi Liberali, che però su integrazione europea e aiuti alla Grecia sono molto più freddi dell'Spd. Se i soli voti della Fdp non dovessero bastare, Merkel potrebbe aprire anche ai Verdi: dal centro dello schieramento la cancelleria ha solo l'imbarazzo della scelta.

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