Merz respinge le critiche. L'ombra Afd

Il candidato riunisce a congresso la Cdu e mostra sicurezza: "Ottimo risultato"

Merz respinge le critiche. L'ombra Afd
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Tira dritto Friedrich Merz, il candidato cancelliere dei popolari alle elezioni che si terranno in Germania il 23 febbraio. Ieri, a venti giorni al voto, il presidente della Cdu ha riunito i suoi a congresso a Berlino e si è detto sicuro di vincere «con un ottimo risultato». Allo stesso tempo, Merz ha ribadito il «nein» a ogni collaborazione con il partito di estrema destra Afd «né prima né dopo» le elezioni. Davanti ai delegati alzatisi in piedi ad applaudire è risuonato il «mai» di Merz a un governo di minoranza formato da popolari e destra radicale, «principale avversario» dei popolari in questa campagna elettorale. Afd, che ha in programma di far uscire la Germania da Ue ed euro mentre guarda a Russia, Cina e Usa di Donald Trump, è «contro tutto quanto è stato costruito» dalla Cdu «negli ultimi decenni», contro la Nato e il legame con l'Occidente. Per questo, ha tuonato Merz, «senza se e senza ma faremo di tutto affinché Afd torni a essere un fenomeno marginale».

Recuperare voti dall'estrema destra è la missione del presidente della Cdu, ma l'operazione non pare del tutto riuscita. Dal 36% toccato a ottobre 2024, il partito di Merz insieme alla Csu è sceso oggi al 30% nei sondaggi, mentre Afd ha guadagnato nello stesso periodo cinque punti attestandosi al 22%. Questa tendenza si accompagna al riorientamento a destra che Merz ha impresso alla Cdu dopo l'era Merkel di centrismo con aperture a sinistra. Pur necessaria, la svolta disorienta e spaventa gli elettori, conferma le loro preferenze per Afd o li porta a optare per una destra che, per quanto estrema, viene percepita come originale e non una copia. Il culmine del fallimento di Merz è stato toccato negli scorsi giorni, quando il presidente della Cdu ha aperto a una collaborazione con Afd, provocando il crollo del muro alzato dai popolari con gli altri partiti contro la formazione che ha come Alice Weidel la propria candidata cancelliera. Al Bundestag, una mozione e un progetto di legge sul contrasto all'immigrazione illegale sono stati votati da Cdu e Csu con Afd. Mentre il primo provvedimento è passato, il secondo non è stato approvato anche perché diversi deputati cristiano-democratici hanno disertato il voto. È la protesta della corrente degli orfani della «Mutti» Angela Merkel, almeno per il momento rientrata.

Al congresso di Berlino, la Cdu ha infatti approvato all'unanimità un piano di azione immediata «per la prosperità e la sicurezza» proposto da Merz. Si tratta di provvedimenti per il rilancio dell'economia e un più severo contrasto sia all'immigrazione illegale sia alla criminalità, in cui viene recepita la proposta di legge già bocciata al Bundestag. Per il presidente della Cdu, il piano verrà attuato nei primi cento giorni del suo governo anche con «nuove maggioranze» nel parlamento federale, alternative a quella del centro democratico. La rotta è tracciata, ma la guida non pare salda; si affaccia, di nuovo, la prospettiva di una collaborazione di fatto tra popolari ed estrema destra.

Con queste ambiguità, Merz che insegue Afd mostra i limiti della sua capacità di agire e della sua credibilità, lasciando in un vicolo cieco sia la Cdu sia quella stessa Germania che afferma di voler «riportare in avanti». L'estrema destra rimane arbitra degli sviluppi della politica tedesca, ormai lontana dal mito della teutonica stabilità.

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