Quando in una convention politica irrompe una tragedia, com'è successo a Forza Italia per il suicidio del giovane militante Luca Palmegiani, si riscopre che parlare di valori non è solo retorica, che serve a colmare il senso di smarrimento e di colpa collettiva.
«La nostra è una famiglia - dice Antonio Tajani- e in ogni famiglia ci sono gioie e dolori, ma quando si cade bisogna trovare la forza di rialzarsi, con l'aiuto di tutti. Insieme possiamo trovare nella fede un senso per questo momento terribile. Luca si era da poco laureato, aveva una vita piena, che sembrava felice, nel lavoro il suo sogno si stava realizzando come assistente di Letizia Moratti. Quel che è successo ci deve farci riflettere sul malessere dei giovani e sulle nostre responsabilità verso di loro. In nome di Luca dobbiamo vincere, per tenere alti i valori in cui crediamo».
La messa doveva aprire la seconda giornata di «Azzurri in vetta», evento nazionale organizzato dal coordinatore abruzzese Nicola Pagano tra Roccaraso e Rivisondoli, per approfondire i temi centrali dell'agenda politica. Ma il programma è saltato ed è rimasto l'unico appuntamento della giornata. È saltato quando il leader azzurro, sconvolto, ha comunicato alla sala affollata che uno dei giovani di Fi, venuto per partecipare alla kermesse, si era buttato dal quarto piano dell'hotel, lasciando messaggi d'addio su Instagram non solo alla sua prima famiglia, ma anche alla seconda, il partito che l'aveva fatto crescere nella sua passione politica, pur senza colmare il suo vuoto interiore.
Quella messa è diventata l'ultimo saluto a Luca e una riflessione sulle radici cristiane del movimento, con il grande manifesto con la sua foto da sfondo.
«Forza Italia, vi voglio bene tutti. Ricordatemi con il sorriso. Grazie Antonio, ti saluto Silvio. Quando era in vita mi proteggeva', lo farà anche ora», scriveva il venticinquenne sui social. E ancora: «Amici miei, vi amo tutti e vi proteggerò dall'alto. Siete stati la seconda famiglia migliore che potessi desiderare. Luca vi ama, ricordatemi con il sorriso che vi ho sempre strappato». Parole dure da capire, da sopportare, perché tutti chiamano in causa. Sembra che il ragazzo, prima dell'ultimo gesto, abbia inviato anche un messaggio a Tajani che però è arrivato come «tagliato», illeggibile.
Dopo la messa celebrata dal parroco con un seminarista che in passato era tra i giovani azzurri, sul palco dove dovevano prendere la
parola ministri, governatori, parlamentari, rimangono solo i ragazzi che hanno condiviso con Luca le ultime ore e ora gli dicono addio. Tajani ha annunciato l'intitolazione di una sala nella sede nazionale a Luca Palmegiani.
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