«Mi sono salvato parlando di Dio ai fratelli Kouachi»

Michel Catalano, il tipografo-eroe di Dammartin risponde al telefono e si commuove: «In quei lunghi minuti con i fratelli Chérif e Said Kouachi abbiamo parlato anche di religione. Loro di Allah, io di Dio. Ho curato le ferite di uno di loro. Poi mi hanno lasciato andare. Non prima di avermi detto: “Chiama pure la gendarmeria, tanto noi di qui non usciremo vivi”. Ma è stato fuori dallo stabilimento, quando ormai ero libero, che ho passato i momenti peggiori. Avevo infatti detto al mio dipendente Lilian, 27 anni, di nascondersi dentro uno scatolone. E ora Lilian era rimasto lì, all'interno della tipografia. All'insaputa degli stessi fratelli Kouachi». Con il Giornale , Michel Catalano, 51 anni, ripercorre quei momenti che non dimenticherà mai. Momenti terribili? «Sì, momenti terribili, ma che mi hanno anche segnato umanamente nel profondo». Lo ha capito bene Giancarlo Tamburrino, sindaco di Vaglio di Basilicata (paese d'origine della famiglia Catalano), che ieri ha inviato a Michel una lettera di ringraziamento: «Michel Catalano si va ad aggiungere ai lucani nel mondo che orgogliosamente non mancano mai di rappresentarci con gesti di umana e profonda generosità e in questo caso di anche di eroismo». Ma guai a parlare di eroismo a Michel: «Ho solo trattato i fratelli Kouachi col rispetto dovuto verso chi rischia la vita per difendere un ideale. Un ideale sbagliato, certo. Ma non è detto che gli ideali diversi dai nostri, siano necessariamente sbagliati».

A Vaglio, un borgo di 2mila anime palpitante come un presepe a Natale, ieri l'intera comunità si è complimentata con la famiglia Catalano. «La sorella e il fratello di Michel sono nati qui, mentre lui è nato in Francia dopo che i genitori erano emigrati» racconta la responsabile dell'ufficio Anagrafe del comune, vera «memoria storica» delle generazioni vagliesi.

«Michel è rimasto molto legato alle sue origini - conferma al Giornale il sindaco Tamburrino - La scorsa estate ha trascorso vari giorni qui, dove risiedono alcuni suoi cugini. Anche io l'ho incontrato. È una persona veramente perbene. Da oggi anche un eroe». A cui, chissà, dedicare una strada del paese o una targa in Municipio.

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