Voli top secret e maiali col paracadute: storia di Air America, la compagnia segreta della Cia

Passata alla storia come la compagnia aera più folle del mondo, Air America operava in segreto agli ordini della Cia per supportare missioni ombra nel Sud-est Asiatico

Voli top secret e maiali col paracadute: storia di Air America, la compagnia segreta della Cia

Qualsiasi cosa, ovunque, in qualsiasi momento, professionalmente”. Era questo il motto di Air America, la compagnia aerea americana per passeggeri e merci creata segretamente dalla Cia per portare la guerra dove ufficialmente non doveva esserci alcuna guerra, tra il 1950 e il 1976.

In Laos, in Cambogia, addirittura in Cina, e per tutta la durata della Guerra in Vietnam, anche quando non c'era ancora una vera e proprio conflitto, piloti temerari, pazzi scatenati, ex-militari e avventurieri di professione con un brevetto di volo per portare in aria elicotteri e aerei a turboelica hanno portato a termine alcune delle missioni più assurde e temerarie mai intraprese. Volando a diecimila miglia da casa, nel cuore di un territori ostili, per conto dei servizi segreti degli Stati Uniti d’America impegnati a contrastare la proliferazione di quegli interessi giudicati affini all’Unione Sovietica in quella che un tempo era l’Indocina.

Esflitrazioni, armi e maiali con il paracadute

Armata dalla Central Intelligence Agency, questa compagnia aerea, che se avesse avuto i caccia al posto di qualche dozzina quei particolari quanto essenziali aerei a “decollo e atterraggio corto” Stol come Pilatus Pc-6, di aerei da trasporto bimotore ed elicotteri Huey, sarebbe stata forse paragonata alle Tigri Volanti della guerra cino-giapponese, si è guadagnata di diritto alcuni primati storici: tra questi essere stata l’unica “forza” aerea ad aver registrato l'abbattimento di un aereo da guerra con un elicottero in un dog-fight molto particolare. Ma torniamo al principio.

Reclutati per svolgere principalmente missioni di rifornimento e supporto alle operazioni coperte condotte dalla Cia nel Sud-est Asiatico, i piloti di Air America erano essenzialmente impegnati nel trasporto e nell’esfiltrazione di personale statunitense che forniva inizialmente supporto logistico al Royal Lao Army, all'esercito Hmong e alle forze combattenti volontarie thailandesi attraverso il rifornimento di armi, munizioni, e cibo - i noti “rice drops” che potevano consistere anche nel paracadutare maiali o altri animali da cortile; in missioni di ricognizione fotografica, e, in un secondo momento, in missioni di ricerca e soccorso per i piloti statunitensi abbattuti mentre erano in missione “oltre le linee rosse” del conflitto scoppiato tra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud. Soprattutto piloti dell’Air Force e dell’Us Navy inviati a bombardare il famoso sentiero di Ho-chi-Minh che attraversava Laos e Cambogia. Oltre a fornire saltuari passaggi a membri di unità come il MacvSog (acronimo di Military Assistance Command, VietnamStudies and Observations Group).

Un semplice annuncio sul giornale

Diversi piloti che entrarono a far parte di Air America - e scoprivano solo in un secondo momento di avere a che fare con i servizi segreti - raccontarono spesso di essersi imbattuti in un semplice annuncio sul giornale. Una compagnia aerea cercava piloti esperti, pagava bene e aveva la possibilità di "farti viaggiare” in posti esotici. A questo aggiungevano anche il particolare che la compagnia aveva una certa “facilità” nell'ottenere documenti e passaporti in breve tempo. Del resto la compagnia venne identificata dalla stampa come “controllata dalla Cia” solo nel 1966. Dopo 16 anni di operazioni clandestine sotto il fuoco dell’antiaerea, tra atterraggi d’emergenza e incidenti in volo al limite di ogni immaginazione.

Come per ogni operazione clandestina molti degli aerei che facevano parte della flotta di Air America, che faceva base in Thailandia, a Taiwan e in Giappone, erano stati prodotti in Svizzera o reperiti Cina, alcuni erano addirittura illegali in America per sconfessare qualsiasi collegamento. La maggior parte di questi erano bimotori C-123, C-46 e DC-3, Caribou e Dornier Do-28, anche monomotori Pilatus, capaci di atterrare e decollare da piste che somigliavano più a degli spiazzi o dei piccoli sentieri nel bel mezzo della giungla, e poi ovviamente elicotteri Uh-1 Huey. Quelli che sarebbero passati alla storia come “i B-17 della guerra del Vietnam”. Appartiene proprio a uno di questi uccellini il primato di aver abbattuto un aereo nemico: il 12 gennaio del 1968.

Un duello improbabile

Quel giorno quattro biplani An-2 Colt nordvietnamiti, dipinti di verde scuro e modificati per sganciare proiettili da mortaio da 122 mm come fossero bombe aeronautiche e razzi da 57 mm, si stavano dirigendo verso una base radar segreta denominata Lima 85 che si trovava in cima a una montagna nel nord-est del Laos e da cui venivano guidati i cacciabombardieri F-105 su obbiettivi non dichiarabili, quando un elicottero dell’Air America inviato sul posto per effettuare un rifornimento di munizioni decise di mettersi in mezzo proprio mentre biplani erano in procinto di attaccare.

L'elicottero Huey, disarmato, tentò prima delle manovre d'interdizione, poi venne aperto il fuoco con il fucile d'assalto AK-47 portato dal copilota. Lo strano duello tra l'elicottero e i biplani durò oltre 20 minuti finché uno degli aerei venne abbattuto dal fuoco di terrà e un secondo precipitò dopo aver perso l'ala superiore a causa della manovra tentata dall'elicottero americano. Temendo la stessa sorte simile gli ultimi due aerei nordvietnamiti batterono in ritirata.

L'epilogo di una compagnia leggendaria

Con l’alzarsi del livello del conflitto in Vietnam, Air America crebbe rapidamente a livello di organico, arrivò a contare più di 80 velivoli e 300 membri tra piloti, specialisti, meccanici, operatori di vario tipo, e iniziò a fornire supportato diretto alle Forze armate statunitensi impegnate in una guerra che ormai veniva combattuta “allo scoperto”.

Dal principio all’epilogo della guerra in Vietnam, la compagnia aerea della Cia fornì supporto a unità speciali e non, portando dove era necessario agenti stranieri e svolgendo missioni d’intelligence fino a ricoprire un “ruolo chiave” nell'Operazione Frequent Wind, l'evacuazione da Saigon lanciata in fretta e furia quando i nordvietnamiti iniziarono a invadere la città nel 1975.

Accusata di aver contrabbandato eroina per conto della Cia, che secondo alcune fonti doveva rifornire i laotiani e ottenere profitti che avrebbe investito in fondi neri per sostenere altre operazioni coperte - informazione che non trova riscontri formali - Air America chiuse i battenti nel giugno del 1976. Senza lasciare molto, per non dire niente, a quegli uomini in blue jeans e camicie colorate, con i mitra Uzi a tracolla e occhiali da aviatore che non avevano mai marcato visita, e avevano servito temerariamente e con devozione, pur non essendo costretti a operare secondo i canoni di un vero inquadramento militare.

Gli equipaggi di Air America, che non erano tenuti a monitorare le chiamate radio di emergenza militari, a volare verso la posizione del personale militare in difficoltà o a mettere a rischio la propria vita a causa del fuoco nemico a terra e di una possibile cattura, e nonostante ogni rischio avevano tenuto in aria per più di un quarto di secolo la compagnia aerea della Cia, visse per tutta la durata del servizio una regola non scritta. Un codice di condotta simile a quello dei moschettieri del romanzo di Dumas padre: uno per tutti e tutti per uno.

Dato che era sufficiente sapere che un aviatore abbattuto fosse in difficoltà per far si che gli altri intervenissero in suo aiuto. Per "qualsiasi cosa, ovunque, in qualsiasi momento, professionalmente". Un coraggio che non è rimasto segreto al contrario di molte operazione condotte nelle giungle più distanti da Langley.

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