Manovra, Rai e tasse: Meloni inchioda la sinistra. E sui dossier: "Magistratura dia risposte"

Il primo ministro al Tg5: "I gruppi di pressione non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare e non si fa ricattare"

Manovra, Rai e tasse: Meloni inchioda la sinistra. E sui dossier: "Magistratura dia risposte"
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Non ho niente da nascondere, forse è per questo sono così dossierata. Giorgia Meloni è perentoria sull'inchiesta della Procura di Bari nei confronti di un dipendente di Banca Intesa Sanpaolo che avrebbe effettuato per circa due anni accessi abusivi al suo conto corrente e a quello di altri esponenti della maggioranza, compresa sua sorella Arianna. Intervistata dal direttore del Tg5 Clemente Mimun, la leader del governo ha evidenziato:"Se lei mi chiede perchè, per quello che riguarda i politici, sono quasi tutti esponenti di centrodestra e io sono la persona più dossierata d'Italia, le dirò che nel dramma c'è la buona notizia. E la buona notizia è, intanto, che la mia vita è stata proprio passata allo scanner e non si è trovato niente. E forse è anche questa la ragione per cui io sono così dossierata...".

La Meloni ha poi posto l'accento sui gruppi di pressione che "non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare e non si fa ricattare". Gruppi disposti a tutto pur di cacciare chi non accetta la loro linea:"E allora, magari tentano di toglierselo di torno con altri strumenti. Temo che non riusciranno". Il caso di Bari è solo l’ultimo di una lunga serie, basti pensare all’inchiesta di Perugia.

Per la Meloni potrebbe esserci un vero e proprio mercato delle informazioni, come quei ladri che vendono i gioielli rubati ai ricettatori:“Penso che stia accadendo la stessa cosa con il mercato delle informazioni. Penso che ci siano dei funzionari, dei dipendenti pubblici e privati, che prendono illegalmente delle informazioni e le vendono illegalmente sul mercato. A chi le vendono? Questa è la risposta che stiamo aspettando. Presumibilmente dietro ci sono degli interessi". Il primo ministro non ha intenzione di fare passi indietro, anzi è pronto a lottare. E la palla passa alla magistratura: "Io mi sono data una spiegazione di quanto accaduto, poi chiaramente spero che una spiegazione ce la dia la magistratura ad un certo punto".

Dossieraggi ma non solo. Nel dialogo con il Tg5, la Meloni s'è soffermata sul dossier Rai e non ha usato eufemismi, siamo proprio al ridicolo: "Con una sinistra che dieci anni fa ha fatto una legge sulla governance della Rai che ha usato per dieci anni e oggi ci dice che quella legge fa schifo, e quindi non va usata e va fatta una nuova altrimenti non si può nominare la governance stessa... La Rai fortunatamente continua ad operare è perfettamente operativa e quindi la cosa non preoccupa". "Non mi stupisce il fatto che in questi due anni la sinistra si sia appassionata sempre e solo al tema delle nomine", ha rincarato la dose.

I lavori sulla manovra stanno per entrare nel vivo e non sono venuti meno i primii attacchi, tra scioperi fantasiosi dei sindacati e bufale dell'opposizione. Basti pensare al dossier tasse: "Al di là delle fake news della sinistra, non c'è governo nella storia d'Italia che abbia messo sulla sanità le risorse che abbiamo messo noi. Annuncio che puntiamo ad aumentarle ulteriormente. Esattamente come è falsa, questa è un'altra fake news, che noi puntiamo ad aumentare le tasse. Questo governo le tasse le abbassa. Aumentare le tasse io la considero una cosa di sinistra e infatti la sinistra ancora chiede la patrimoniale, ma io di sinistra non sono e quindi faremo del nostro meglio". La Meloni non ha lesinato frecciatine ai suoi predecessori, a partire da Giuseppe Conte, a proposito delle pesanti ripercussioni del superbonus:"Se non avessimo speso 120 miliardi per ristrutturare meno del 4% delle case degli italiani, soprattutto seconde case, oggi avremmo molti più soldi da mettere sugli stipendi degli italiani, sulla sanità, sulle famiglie, sulle pensioni".

Una riflessione anche sullo stato di salute della maggioranza di governo ed ecco le brutte notizie per la sinistra. La Meloni ha evidenziato infatti che è persino più solido rispetto a quando l'esecutivo è nato. "In questi due anni abbiamo lavorato insieme ma anche attraversato tante difficoltà e questo cementa i rapporti, ora c'è un rapporto umano, vero, direi di amicizia e questo credo che gli italiani lo vedano", ha sottolineato il primo ministro, per poi rimarcare che la compattezza di una squadra di governo si vede dalla velocità con cui lavora e dal consenso:"Vedere il consenso di un governo che cresce dopo due anni era una cosa cui non eravamo proprio abituati".

Passando agli esteri, impossibile non menzionare gli attacchi all'Unifil da parte delle forze israeliane. La Meloni ha parlato di azioni "inaccettabili", ma non solo: "Dopodiché che dobbiamo rassegnarci a chi dice che dovremmo abbandonare, per esempio, l'Ucraina al suo destino, non rendendosi conto che quando saltano le regole del diritto internazionale ci si ritrova a vivere in un mondo di caos, che è quello che sta accadendo...

Per questa ragione il governo ha fatto un'altra scelta, siamo impegnati tanto ad aiutare l'Ucraina, per arrivare a una pace giusta e duratura, quanto a difendere Israele, per arrivare a un cessate l fuoco a Gaza, in Libano, per la liberazione degli ostaggi, per aiutare i civili". Il premier ha aggiunto sul punto: "Alcuni farebbero quello che è facile, io penso che vada fatto quello che è giusto".

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