«Mi aveva promesso che avremmo fatto l'amore, avevo preso anche il viagra. Quando ha detto di no mettendosi a dormire, non ci ho visto più».
Vito Cangini, pensionato di 80 anni, nella notte tra il 25 e il 26 ha ucciso a coltellate la moglie Natalia Kyrychoc, 61 anni di origine ucraina per un rifiuto, accecato all'idea che lei avesse un interesse per un altro uomo. Il femminicidio, che porta a 68 il numero delle donne uccise dal partner o dall'ex dall'inizio dell'anno, è avvenuto a Fanano di Gradara, in provincia di Pesaro Urbino.
Natalia era da oltre vent'anni in Italia e da due lavorava come cuoca in un ristorante. Quando l'hanno ritrovata lunedì pomeriggio giaceva senza vita sul pavimento della camera da letto, colpita da sei coltellate. «Si è trattato di un raptus improvviso scaturito dal rifiuto della donna di avere rapporti intimi - ha raccontato l'avvocato Stefano Vichi, legale dell'assassino -. Valuteremo se chiedere una perizia psichiatrica». Da una prima ricostruzione sembrerebbe che l'ottantenne, sposato con la vittima da 17 anni, si sia infuriato dopo che lei aveva deciso di non fare l'amore. Così è andato in cucina, ha afferrato un coltello e ha colpito la poveretta con vari colpi al petto, fendenti che non le hanno dato scampo.
Come se nulla fosse, ha lasciato il cadavere lì a terra e si è messo a dormire. Quando si è svegliato ha fatto colazione e ha preso il cane per fare una passeggiata. Tornato a casa a mezzogiorno, ha preparato il pranzo e ha bevuto molto, incurante di quanto aveva fatto. Poi ha continuato a bere fuori casa, quando è uscito nuovamente per portare il cane a fare i bisogni. In campagna ha incontrato un anziano e gli ha confessato la carneficina, invitandolo a chiamare i carabinieri. Ma l'uomo si è rifiutato di farlo.
A quel punto Cangini è tornato a casa e, quando una connazionale ha chiamato al telefono della moglie, lui le ha raccontato dell'omicidio. Ma anche quest'ultima non gli ha creduto, forse sentendo dal tono della voce che aveva bevuto parecchio.
Così l'anziano ha telefonato al ristorante di Misano adriatico dove Natalia avrebbe dovuto attaccare il turno di lavoro alle 17.30, dicendo al titolare che non l'avrebbero più rivista perché l'aveva uccisa. «So che tra voi c'è una relazione», gli aveva urlato dall'altra parte della cornetta, divorato dalla gelosia. Ma il rapporto tra il datore di lavoro molto più giovane e la 61enne, mamma di un ragazzo che vive all'estero, non è mai stato provato da circostanze reali.
Il ristoratore, in prima battuta non ha creduto alla confessione, ma si è recato ugualmente in caserma dai carabinieri di Cattolica. Nel pomeriggio i militari di Gabicce e Pesaro sono entrati nella casa isolata di Fanano, e hanno trovato il killer ad attenderli che mangiava. Li ha accompagnati in camera da letto e ha mostrato loro il corpo della moglie, confessando l'accaduto.
Il pensionato è stato portato in carcere Villa Fastiggi e oggi verrà effettuata l'autopsia sul corpo della donna. Le ferite sarebbero almeno quattro, ma la coltellata fatale avrebbe raggiunto la vittima al cuore. Il coltello è stato ritrovato e sequestrato durante il sopralluogo dell'Arma.
Il nome di Natalia compare ora nel triste elenco dei femminicidi. Dall'inizio dell'anno al 26 dicembre in Italia sono stati registrati 289 omicidi, con 116 vittime donne di cui 100 uccise in ambito familiare o affettivo e 68 di queste hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex. I dati contenuti nell'aggiornamento settimanale del report sugli omicidi volontari curato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale rivelano che rispetto allo stesso periodo dell'anno si nota un lieve incremento (+1%) nel numero totale degli eventi (da 285 a 289), mentre restano stazionarie le vittime di genere femminile (116).
Leggera diminuzione invece (-2%) sia per i delitti commessi in ambito familiare o affettivo, che passano da 147 a
144, sia per le relative vittime donne che, da 101 nel periodo primo gennaio-26 dicembre 2020, scendono a 100 nell'analogo periodo dell'anno in corso. Invariato il numero delle donne vittime del partner o ex partner (66).
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