Migranti, il cavillo tedesco per rimandarceli a fine crisi

Chiesta alla Ue la sospensione del patto di Dublino

Migranti, il cavillo tedesco per rimandarceli a fine crisi

La pandemia blocca tutto, anche i trasferimenti dei migranti dalla Germania all'Italia, che non si erano mai fermati negli ultimi mesi. E siccome lo stop alle riammissioni rischia di far scadere anche i termini previsti dal regolamento di Dublino (6 mesi) entro i quali un Paese può rimandare i migranti allo Stato dove per la prima volta hanno fatto ingresso, la Germania è corsa ai ripari. In questi giorni ai «dublinanti» che in base al regolamento devono essere rimandati nel nostro Paese, stanno arrivando lettere come questa: «Se non si riesce ad eseguire le espulsioni, l'Ufficio federale non è tenuto ad abrogare l'ordine di espulsione. In caso di ostacoli temporanei alla deportazione, in particolare, può (temporaneamente) sospenderne l'esecuzione». Tradotto, per ora i trasferimenti sono congelati ma lo sono anche i termini di Dublino.

Le lettere che arrivano ai migranti richiamano tutte infatti un comma dell'articolo 80 del codice amministrativo tedesco, che prevede che ogni scadenza possa essere «sospesa» in caso di processi in corso. Cosa che più o meno sanno tutti i migranti in Germania che fanno ricorso contro le espulsioni.

Così mentre in Italia le redistribuzioni verso gli altri Paesi, in base agli accordi di Malta del settembre scorso, sono sospese, la Germania escogita il sistema per non doversene fare carico al termine della pandemia. Ma se i trasferimenti si sono fermati per Covid, non si è fermata l'immigrazione verso l'Italia.

Dalla rotta balcanica gli arrivi a Trieste non sono mai cessati. E neanche le partenze da Libia e Tunisia: quasi 200 persone sono arrivate in pochi giorni a Lampedusa a bordo di barchini autonomi. Le ultime cento hanno trascorso la notte sul molo prima di essere trasferite in Sicilia, perché l'hotspot dell'isola è già sottoposto a quarantena.

Eppure nella videoconferenza tra i ministri degli Interni dei Paesi europei di due giorni fa, nessuno Stato, nonostante le richieste della commissaria Ue per gli Affari Interni Ylva Johansson, si è offerto di alleggerire i centri italiani facendo ripartire le ricollocazioni. Intanto 150 migranti salvati da Alan Kurdi, bandiera tedesca, sono su una nave al largo della Sicilia in quarantena. Terminata la quale, resteranno nel nostro Paese. Ma è colpa del Covid.

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