Migranti, ecco la direttiva di Salvini per fermare pure l'Ong italiana

Il testo della direttiva che il Viminale ha diramato alle autorità per controllare le iniziative della Mare Jonio, la Ong che batte bandiera italiana

Migranti, ecco la direttiva di Salvini per fermare pure l'Ong italiana

Arriva la direttiva di Salvini per regolamentare le Ong. Il testo, annunciato nei giorni scorsi da Matteo Salvini, è stato firmato dal ministro dell'Interno. E così da ora il ministero dispone alle autorità di "vigilare affinché il comandante e la proprietà della Nave 'Mare Jonio'" non insistano con la loro "attività illecita". Si tratta di nuove indicazioni dettagliate su come contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, soprattutto di quella "incentivata" dagli "interventi da parte di imbarcazioni private". In particolare dell'Ong di Casarini.

Bisogna infatti fare alcune precisazioni. Se Roma può opporsi all'approdo a Lampedusa di navi Ong che battono bandiera straniera (il recente caso di Sea Eye ne è la prova), è più difficile farlo quando a presentarsi di fronte al porto è la Mare Jonio. Che a poppa sventola il Tricolore. Salvini non può chiedere a Olanda e Germania di farsi carico delle "loro" imbarcazioni umanitarie e poi spedire altrove Mediterranea. Ma se l'attività della Ong "incentiva gli attraversamenti via mare di cittadini stranieri non in regola", allora occorre operare in altro modo per tenerne a bada le operazioni. Ecco il perché della direttiva.

Il testo è stato inviato al Capo della Polizia e ai comandanti di Arma, Guardia di Finanza, Marina e Capitaneria di Porto. E si tratta di un duro j'accuse nei confronti delle "attività sistematiche" delle Ong che "violano le norme nazionali e europee in materia di sorveglianza delle frontiere marittime e di contrasto all'immigrazione illegale".

L'accusa alle Ong

Entriamo nel dettaglio. La circolare considera per appurato il fatto che lo stazionare delle barche solidali al largo della Libia, che "si risolvono nel preventivato ed intenzionale trasporto dei migranti verso le coste europee", concretizzi in qualche modo - "anche per le attività di pubblicizzazione"- una "cooperazione 'mediata'" che incentiva "gli attraversamenti via mare" dei migranti e "favorisce obiettivamente l’ingresso illegale" nel Belpaese.

Il Viminale mette tutto nero su bianco. Non solo il "favoreggiamento", ma anche il fatto che "le strategie criminali dei trafficanti", anche senza collusione o accordi con le Ong, "sfruttano" di fatto "l'attività" delle navi umanitarie", non legittimate a "porre in essere azioni idonee al contrasto del sopracitato traffico illecito". Tradotto: gli scafisti esultano alla vista delle bandiere solidali al largo di Tripoli. Più affari e meno rischi.

Salvini è certo che le forzature delle Ong di fatto accrescano "il pericolo di situazioni di rischio per la vita umana in mare" e determinino "la violazione delle norme". Inoltre, c'è anche il rischio che caricando migranti dai barconi possano entrare in Italia "soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica". Non è da escludere. Gli immigrati sbarcano senza documenti e la loro nazionalità è "presunta" solo "sulla base delle rispettive dichiarazioni". Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.

"Direttiva cucita addosso a Mare Jonio"

Il ministero non nasconde che la "nuova e più stringente direttiva" sia "cucita addosso alla Mare Jonio di Luca Casarini". La nove dell'ex no global è accusata di aver prelevato immigrati "in aree che non rientravano nella responsabilità Sar italiana". E soprattutto di averlo fatto rifiutando "il coordinamento della autorità straniere legittimamente competenti". Ovvero della Libia. Si pensi all'ultimo intevento della Mare Jonio. Per il Viminale l'Ong "non ha ottemperato alle istruzioni di coordinamento Sar" diramate da Tripoli, nonostante fosse in acque di competenza non italiana. Non solo. Prima ha "richiesto l'assegnazione del porto di sbarco" a Roma "in modo strumentale". Poi si è diretta "in via preordinata e deliberatamente verso le coste italiane". Il tutto pur non avendo l'autorizzazione e sapendo chiaramente che l'Italia non poteva essere investita della responsabilità.

Le disposizione

Per impedire un nuovo "preordinato trasferimento" nel Belpaese "di migranti irregolari", Salvini intima quindi alla Ong italiana di attenersi "alle vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare e di idoneità tecnica dei mezzi impiegati per la citata attività". Inoltre, la Mare Jonio dovrà "rispettare" le "prerogative di coordinamento delle Autorità straniere legittimamente titolate" al "coordinamento delle operazioni di soccorso in mare nelle proprie acque di responsabilità".

Infine, non dovrà reiterare "condotte in contrasto con la vigente normativa nazionale ed internazionale in materia di soccorso in mare, di immigrazione, nonché con le istruzioni di coordinamento delle competenti Autorità". Scacco matto.

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