La fuga di alcune decine di profughi della Diciotti dal centro di accoglienza di Rocca di Papa e di altri dalle Diocesi a cui erano stati smistati non è piaciuta per niente all'Europa. Lo ha detto chiaro e tondo Tove Ernst, portavoce della Commissione Europea per le migrazioni, che ieri mattina nell'incontro con la stampa a Bruxelles ha bacchettato l'Italia: «Siamo stati molto chiari nei mesi scorsi nel sottolineare che, naturalmente quando serve, la detenzione può essere utilizzata per facilitare l'identificazione dei migranti e per impedire che svaniscano, anche durante le procedure di asilo. Abbiamo chiesto a tutti gli Stati membri di fornire centri di accoglienza adeguati, che comprendano la detenzione: il fatto che la Ue sia impegnata a dare protezione a chi ne ha bisogno non significa che i migranti possano scegliersi lo Stato membro in cui vogliono chiederla».
Sono parole che ribadiscono un concetto già espresso dal commissario Dimitris Avramopoulos in un'intervista all'Ansa e che suonano come una risposta diretta al direttore della Caritas don Francesco Soddu, il quale mercoledì si era smarcato spiegando che i profughi «sono liberi, non detenuti. Accade sempre che qualcuno si allontana per seguire un percorso personale e la struttura che li ospita non ha il compito di trattenerli». Ieri la Caritas è stata difesa dalla Cei («ha svolto il compito che le era stato affidato in maniera pulita e tempestiva», ha detto il consultore del Dicastero per la Comunicazione), mentre Danilo Toninelli , ospite di una trasmissione di La7, è stato durissimo: «La fuga di questi migranti è un atto gravissimo», ha detto il ministro delle Infrastrutture. Che ne ha anche per l'Ue: «Gli altri Paesi avrebbero dovuto condividere con noi questo problema enorme, mondiale, che oggi rimane solo in capo all'Italia e che hanno voluto lasciare in quell'occasione solo in capo all'Italia. Se ci fosse stata un'Europa solidale questa cosa non sarebbe accaduta».
Intanto la diaspora dei profughi scesi dalla Diciotti continua. Era iniziata venerdì con l'allontanamento dei primi sei eritrei da Rocca di Papa, poi domenica altri due non si sono presentati alla Diocesi di Firenze che li stava aspettando, dopodiché altri 19 e poi altri 23 si sono resi irreperibili tra martedì e mercoledì. Ieri altri sei hanno fatto perdere le loro tracce. Teoricamente presso il centro «Mondo Migliore», dove la sera del 28 agosto erano arrivati in cento, dovrebbero essere rimasti in tredici. In pratica, si apprende da fonti della Caritas, sono solo in sette perché alcuni sono andati a Roma per prendere un treno, probabilmente verso la Germania. Oggi comunque la struttura dovrebbe essere svuotata definitivamente.
Ieri due sono arrivati a Torino, un altro paio a Brescia. Altri -ancora ha fatto sapere la Farnesina in una nota - saranno effettivamente accolti dal Montenegro come era stato preannunciato il 31 agosto.
«L'Italia apprezza il concreto e nobile gesto di solidarietà e cooperazione - ha scritto il ministro Moavero Milanesi - che prova la sua coerente adesione ai valori fondanti del processo d'integrazione europea». Come al solito, insomma, in attesa di una soluzione organica dell'Unione che tarda ad arrivare, si procede su base volontaristica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.