Migranti, ora l'Ue bacchetta l'Italia: "Accelerate procedure di redistribuzione"

Il commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, richiama l’Italia sulle procedure per permettere di accelerare il trasferimento di migranti verso altri paesi europei. E bacchetta gli Stati che ancora non hanno accolto neanche un richiedente asilo

Migranti, ora l'Ue bacchetta l'Italia: "Accelerate procedure di redistribuzione"

Da anni il nostro Paese lamenta l'indifferenza dell'Europa sul problema dei migranti. Ora, però, l'Unione europea ci bacchetta. In pratica ci ricorda che la colpa se alcuni Paesi non accolgono richiedenti asilo è anche nostra. A dirlo, nel corso di un dibattito al parlamento di Strasburgo, è il commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos: attualmente "in Italia ci sono circa 4 mila persone registrate e pronte a essere trasferite" nel programma di ricollocamenti dell’Ue, ha spiegato. L’obiettivo di trasferire questi richiedenti asilo "entro settembre" è «assolutamente possibile", ha assicurato. Ma, secondo Avramopoulos, il governo italiano deve "accelerare le procedure per identificare e registrare" i migranti che hanno diritto alla ricollocazione e "trovare soluzioni" sulla questione delle interviste sulla sicurezza. Avramopoulos ha inoltre chiesto all’Italia di "canalizzare in modo ordinato" i richiedenti asilo eleggibili al programma Ue "verso hub di ricollocamenti specificamente designati".

In altre la ridistribuzione dei richiedenti asilo può funzionare se si parte bene, dall'inizio, altrimenti a prevalere è solo il caos difficile da dipanare. Avramopoulos ritiene che "le redistribuzioni siano vitali per il successo" delle politiche dell’Ue: oltre che per la solidarietà, infatti, il programma è "essenziale per prevenire movimenti secondari e preservare l’integrità dell’area senza frontiere di Schengen". Sono evidenti, quindi, i vantaggi per tutto il Vecchio Continente che derivano dal buon funzionamento della ricollocazione.

Nonostante "progressi tangibili negli ultimi cinque mesi", ha avvertito Avramopoulos, sono necessari "ulteriori sforzi". Insomma, su un tema come questo non ci si può certo adagiare sugli allori, ma bisogna darsi da fare e marciare spediti nella stessa direzione.

Il commissario ha poi denunciato che "alcuni Stati membri non hanno finora accettato un solo richiedente asilo" nell’ambito del programma di relocation. "Questa è una violazione dei loro obblighi", ha avvertito, senza tuttavia accennare all’ipotesi di lanciare procedure di infrazione nei confronti dei paesi in questione.

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