Migranti, Tajani: "Se non si risolve il problema l'Ue è a rischio"

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, all'inizio dell'assemblea plenaria: "Il problema dell’immigrazione rischia di far esplodere una serie di contraddizioni che faranno un danno enorme a tutti i Paesi dell’Ue"

Migranti, Tajani: "Se non si risolve il problema l'Ue è a rischio"

Dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, arriva un grido d'allarme sul tema migranti: "Qui è a rischio l'intero impianto dell'Unione Europea", dice a margine dei lavori della plenaria a Strasburgo. "È a rischio l'Europa, perché il problema dell'immigrazione rischia di far esplodere una serie di contraddizioni che faranno un danno enorme a tutti i Paesi dell'Ue".

Uno dei problemi maggiori è la profonda divisione tra i Paesi membri, a partire dalla riforma del sistema comune di asilo, con una situazione di stallo totale nel Consiglio europeo, che insieme al Parlamento deve decidere in materia. Per Tajani gli Stati membri del'Ue "devono rendersi conto che la situazione è seria: quando iniziano ad esserci contrasti su chi deve prendere le navi, quando le navi rimangono in mezzo al mare, con una situazione destinata a peggiorare, o si prende il toro per le corna oppure gli effetti politici saranno devastanti. Bisogna avere il coraggio di intervenire".

"Ad ogni riunione del Consiglio Europeo - prosegue Tajani - ho affrontato la questione di Dublino, chiedendo di fare in fretta". Fa sapere, poi, che lunedì e martedì sarà a Vienna "per preparare la presidenza austriaca con la conferenze dei presidenti del Parlamento. In quella sede - prosegue - insisterò su questo problema, perché ci possa essere un vero piano di azione europeo".

"Gli Stati membri - aggiunge - devono assumersi le loro responsabilità: noi anche oggi abbiamo fatto ascoltare forte la voce del Parlamento. Vediamo cosa propongono gli austriaci. La nostra proposta è la proposta del colegislatore, che ha il sostegno della Commissione. Ma il problema non è giuridico - osserva Tajani -.

Il danno sarà complessivo: se non si comincia a ragionare oggi sul futuro, noi non avremo migliaia, ma milioni di persone che si sposteranno dall'Africa verso nord. Due miliardi e mezzo nel 2050, che è dietro l'angolo".

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