L'Europa sia solidale con l'Italia sul ricollocamento dei migranti: in sostanza questo ciò che ha chiesto ieri il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, nell'incontro con il vice presidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, con il quale si è confrontata sullo stato e «le prospettive della trattativa in corso a Bruxelles per il nuovo Patto europeo immigrazione e asilo esattamente a un anno dalla sua presentazione».
Mentre si resta in attesa che il Patto europeo sia approvato definitivamente, la titolare del Viminale ha fatto sapere che il nostro Paese, di fronte ai flussi in aumento da territori come quello libico o quello tunisino, attende «per i prossimi mesi un segnale concreto di solidarietà sul fronte del ricollocamento dei migranti».
Ha quindi chiesto un incontro urgente tra i Paesi membri interessati dalla rotta balcanica, soprattutto alla luce della situazione afghana che potrebbe portare in Europa migliaia di profughi. L'incontro sarebbe coordinato dalla commissione Ue, per condividere una linea comune di azione «sulla gestione dei flussi migratori via terra e delle richieste di asilo nei Paesi di primo approdo della Ue che, già nei prossimi mesi, potrebbero registrare un incremento».
Dalla sua Schinas ha chiarito che il ministro Lamorgese fa «un lavoro molto buono in Italia», Paese che «deve affrontare dei problemi» legati ai flussi migratori «principalmente a causa dell'instabilità in Africa settentrionale».
Ha quindi sottolineato: «Non è un segreto che la Commissione sostiene l'Italia da un punto di vista finanziario e operativo. E non è un segreto che, malgrado i nostri sforzi, i ricollocamenti non sono al livello al quale ci piacerebbe che fossero. Questa situazione è un'altra prova del fatto che abbiamo bisogno di un accordo presto» sul patto per le migrazioni. Schinas ha anche incontrato il segretario di Stato Dopo aver ammesso di aver incontrato anche il segretario Pietro Parolin. Tornando alla Lamorgese, con la titolare del Viminale Schinas ha detto di aver discusso «dell'estate italiana, dell'ondata migratoria e anche di Libia, Tunisia e Afghanistan». E ha quindi specificato che «la discussione sul Patto Ue per le migrazioni riprenderà vigore ora che è finita la pandemia perché temi del genere è difficile affrontarli su Zoom». Quindi ha concluso: «Bisogna potersi guardare negli occhi, ma a breve ci sono le elezioni in Germania e seguiranno quelle in Francia. Conto che i negoziati per un accordo saranno accelerati dopo maggio 2022».
Sui ritardi europei interviene Laura Ferrara, europarlamentare del M5s, la quale in una nota denuncia: «A un anno dalla sua presentazione, il nuovo Patto europeo sulla immigrazione e asilo è già relegato in un binario morto dall'incapacità degli Stati membri di prendere decisioni coraggiose e unitarie sul tema immigrazione. Alle richieste di solidarietà giunte dall'Italia e da tutti i Paesi mediterranei sono corrisposte solo pacche sulle spalle, un atteggiamento che ricorda molto l'ipocrisia che il nostro Paese ha subìto durante i cinque anni della Commissione Juncker.
Questi ritardi e questi annunci sono contrari a quanto sancito nei Trattati stessi. Ha fatto bene dunque il ministro Lamorgese, a chiedere oggi fatti e non parole. Servono ricollocamenti automatici e obbligatori o altrimenti l'Ue rischia di abdicare alle sue responsabilità».
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