Milano, ancora polizia nel mirino. Agente spara e ferisce un egiziano

Dopo l'accoltellamento di Lambrate un uomo, in stazione Centrale, ha iniziato a lanciare pietre con la fionda. Per bloccarlo non è bastato il taser. Il poliziotto che ha fatto fuoco ora è indagato

Milano, ancora polizia nel mirino. Agente spara e ferisce un egiziano
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Un'altra notte di violenza nelle stazioni milanesi, con uno straniero sotto l'effetto di droga che si è scagliato contro i poliziotti e un agente che per bloccarlo ha sparato un colpo che ha ferito l'egiziano a una spalla.

Dopo il ferimento gravissimo del viceispettore Christian Di Martino, accoltellato da un marocchino nella tarda serata di mercoledì alla stazione Lambrate, il nuovo episodio si è verificato in stazione Centrale. Intorno alle 2.20 di ieri la Polfer è intervenuta in piazza Luigi di Savoia, fuori dalla stazione, su segnalazione dei militari per un egiziano di 36 anni, Mohamad El Shaad Ali Haga, che aveva appena rapinato un cittadino marocchino, portato poi in ospedale in codice verde. Dopo essere uscito dagli uffici della Polfer dove era stato denunciato per rapina e resistenza a pubblico ufficiale, il 36enne ha dato in escandescenze, danneggiando gli oggetti intorno. Gli agenti hanno tentato di bloccarlo, lui agitava una fionda rudimentale e brandiva un pezzo di marmo preso da una lastra che aveva divelto. L'egiziano si è scagliato contro i poliziotti che per proteggersi hanno usato il taser, che però non ha avuto effetto. L'uomo non si fermava e uno degli agenti, un 27enne, gli ha sparato colpendolo alla spalla sinistra. L'aggressore è stato soccorso e portato al Niguarda, dove è stato operato. Il proiettile non ha colpito organi vitali, l'uomo è grave ma non in pericolo di vita.

L'egiziano non risulta avere precedenti penali. Era stato fotosegnalato lo scorso 24 aprile a Belluno, in quanto richiedente di protezione internazionale con pratica approvata. In precedenza aveva fatto istanza ad Ascoli, dove la richiesta era stata rigettata per irreperibilità. Il pm di turno Rosario Ferracane, visti gli atti, lo ha denunciato a piede libero per violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. L'agente Polfer che ha sparato è invece indagato per lesioni dolose aggravate, ma la Procura ha già ipotizzato le scriminanti della legittima difesa e dell'uso legittimo di armi. Il fascicolo del pm Ferracane è coordinato dal procuratore Marcello Viola.

Intanto ieri il gip Lidia Castellucci ha interrogato in carcere Hasan Hamis, il 37enne irregolare in Italia da oltre vent'anni, con 22 alias e numerosi precedenti penali che ha accoltellato tre volte il viceispettore Di Martino, intervenuto insieme ai colleghi delle Volanti perché il marocchino lanciava pietre contro i passanti.

«Mi hanno puntato una luce contro ma non mi hanno detto che erano poliziotti, non ho visto - ha detto Hamis, assistito dall'avvocato Alfredo Quattrocchi -. Io non ho lanciato contro nessuno le pietre, ho lanciato le pietre contro i poliziotti perché non sapevo che erano poliziotti e pensavo che volessero farmi male». Sul coltello: «Ho tirato fuori il coltello, non volevo fargli male, avevo paura che il coltello che era nella manica mi potesse ferire. Ho tirato fuori dalla manica sinistra il coltello con la mano destra, volevo buttarlo a terra in modo che non mi ferisse, ho colpito inavvertitamente il poliziotto con un colpo. Non ricordo di averlo colpito altre volte». L'uomo ha aggiunto che era a Milano solo di passaggio e che vive sempre in condizioni disagiate e di essersi sentito «accerchiato ingiustamente». Non è escluso che il difensore possa chiedere per lui un accertamento psichiatrico. Hamis è accusato di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale aggravata, lesioni nei confronti di altri due agenti, porto del coltello e false attestazioni sull'identità. Il gip ha deciso che deve restare in carcere. Solo «la prontezza degli agenti presenti», scrive il giudice, ha impedito che «l'azione» di Hamis «giungesse a consumazione», cioè che uccidesse Di Martino. E «solo il tempestivo intervento chirurgico» ha «scongiurato» la morte, «pur essendo il viceispettore ancora in pericolo».

Il poliziotto 35enne ha subito lesioni a organi vitali e una grave emorragia interna. È stato operato per quasi sette ore dal Trauma Team del Niguarda. Ha poi trascorso una notte tranquilla, ma resta in prognosi riservata e oggi sarà di nuovo operato.

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