Milano attende l'invasione E Sala apre alla tendopoli

Il sindaco nel caos: rischiamo ricadute sulla città. Centri di accoglienza in crisi, profughi nelle caserme

Milano attende l'invasione E Sala apre alla tendopoli

Milano ha superato il limite. Ai tremila profughi che il Comune a metà luglio aveva definito «il tetto massimo» dell'accoglienza possibile se ne sono aggiunti nei giorni scorsi altri duecento, sbarcati alla stazione Centrale nelle notte e stipati in centri di accoglienza che ormai scoppiano. «Di spazi nuovi in tempi molto rapidi non ce ne sono, a questo punto non è escluso che si usino le tende, lo stiamo verificando con la prefettura» ha dichiarato ieri mattina il sindaco Beppe Sala. Con il prefetto Alessandro Marangoni aveva parlato qualche minuto prima di spiegare che l'emergenza non è passata, anzi. «Bisogna capire se ci sarà il reflusso da Ventimiglia e Como», se i blocchi da parte della Francia e dalla Svizzera porteranno l'ondata migratoria su Milano. «Stiamo monitorando la situazione e dato che gli spazi obiettivamente non ci sono - ripete - si potrebbero usare le tende. In quali aree? Ci sta lavorando il prefetto e mi sottoporrà una proposta nei prossimi giorni. Ora il problema è trovare spazi a Milano e in un paio di Comuni della città metropolitana per resistere all'onda d'urto». È mezzogiorno quando Sala lascia intendere - senza pronunciare la parola che fa tremare i polsi ai residenti - che qualche zona dovrà rassegnarsi ad ospitare una tendopoli. E chissà per quanto. La quota dei cosiddetti «transitanti» fino a fine 2015 rappresentava il 98%, solo una minima percentuale faceva richiesta d'asilo in Italia, tutti gli altri dopo una sosta di tre-quattro giorni a Milano proseguivano verso il nord Europa. Oggi i rifugiati superano il 75%: non se ne vogliono più andare. «Al 28 luglio 2016 le persone risultano accolte mediamente da 102 giorni» recita il bollettino del Comune. «Ho insistito con il ministro alla Difesa Pinotti per lavorare sulle ex caserme - ha aggiunto Sala - perché sono spazi oggi completamente inutilizzati». L'ipotesi delle tende scatena subito l'accesa reazione della Regione Lombardia (e non solo). «Sull'immigrazione il governo Renzi è ormai allo sbando» scrive su Twitter il governatore Roberto Maroni. Con un ulteriore tweet ribadisce: «Clandestini a casa loro, subito». La Regione continua a reagire alla politica buonista del Pd, prima con la giunta Pisapia e oggi con quella (per metà identica) governata da Sala con i numeri. I richiedenti asilo ospitati in Lombardia sono ormai intorno a quota 18mila, costano 19 milioni di euro al mese e superano per numero la popolazione di comuni di medie dimensioni come Melegnano o Erba. Le tabelle ufficiali del Ministero dicono che i rigetti delle domande di protezione internazionale sono saliti al 60%, e la percentuale di quanti vengono dichiarati non in fuga da Paesi di guerra - quindi irregolari - a Milano è ancora più alta. «Il governo Renzi sta trasformando Milano nel più grande accampamento per clandestini d'Europa» dichiara l'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali dopo le parole di Sala.

Travolto dalle critiche, il sindaco «smonta» le tende. Alle 16 con una nota assicura che «la situazione è nel pieno controllo delle autorità competenti. I migranti sono 3.200 e in base a ulteriori esigenze si potranno aggiungere alcune tende a quelle già sistemate all'interno dell'ex Cie di via Corelli e della caserma Mancini» di cui per ora è in uso il cortile, aspettando l'ok dello Stato per entrare. «Non è prevista alcuna tendopoli in altri luoghi della città». È una retromarcia. Una mano gli arriva da Roma: dalla Difesa fanno sapere che a breve dovrebbe essere liberata la caserma Montello, in zona Sempione, e per qualche mese potrebbe essere usata per ospitare i migranti. Stessa operazione sui Magazzini di Baggio, ex complesso militare inserito nel piano di dismissioni. Sala continua a tifare per l'uso del Campo base Expo come centro profughi.

La Regione è riuscita a bloccare i permessi ma Sala non molla: «Sono convinto che a settembre una buona parte de migranti potrà essere mandata là» ha ribadito ieri Sala. A 500 metri dall'ex sito Expo, la stessa che il Comune vuole trasformare in «no tax area» per attirare le imprese in fuga da Londra dopo la Brexit.

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