Milano, centri sociali assolti. "Occupano per fare cultura"

Sentenza choc del tribunale: non punibili se tra i fini c'è lo spettacolo. Il prefetto: baby gang fuori controllo

Milano, centri sociali assolti. "Occupano per fare cultura"

Il bubbone è esploso. L'illegalità pare dilagare e l'abusivismo è endemico. La (troppa) tolleranza forse fa male e a Milano oggi sembrano spadroneggiare quelle che il prefetto ieri ha chiamato «frange giovanili fuori controllo».

Ma è tutto un clima di tolleranza e accondiscendenze che impera da anni in politica, per esempio quando si parla di centri sociali, appunto abusivi. Ieri ha suscitato grande sorpresa, per esempio, una sentenza del tribunale, che non ha ravvisato occupazioni abusive né «apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo» là dove queste condotte erano praticamente sbandierate, cioè alla Fabbrica del Vapore. «Sono curioso di leggere le motivazioni - ha commentato indignato l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato - Quello che pericolosamente si evince è che, a quanto pare, i fini culturali giustificano ogni cosa, inclusa la violazione di alcune leggi dello Stato». «Un precedente che rischia di favorire il moltiplicarsi di occupazioni abusive - ha dichiarato anche l'eurodeputata Silvia Sardone (Lega) - Con la scusa di fare cultura, centri sociali e collettivi vecchi e nuovi potranno sottrarre alla cittadinanza immobili pubblici e privati per gestire i propri comodi».

Il caso si innesta su una situazione recrudescenza (almeno percepita) dell'insicurezza. E i dati dei reati? «Sempre troppi, ma sempre di meno. Senza contare che quel che si è evitato è difficile che emerga». Non è un gioco di parole e nemmeno un equilibrismo linguistico. Il prefetto Renato Saccone parla in questi termini dei reati, che nel 2021 sono diminuiti ancora una volta e che in 10 anni sono scesi ben del 28% e, rispetto al 2019, del 15%, passando da 164mila ai 117mila di oggi. Un bilancio da cui emerge un crollo di furti, danneggiamenti e altre tipologie di reati (e un'esplosione di truffe informatiche).

Tutto a posto, quindi? No. Si trascina infatti l'emergenza microcriminalità, con le violenze sessuali di gruppo di Capodanno e la scia di rapine e accoltellamenti delle bande giovanili che segnano i fine settimana di una città faticosamente impegnata a uscire dagli effetti nefasti di una pandemia che mostra di aver segnato soprattutto i ragazzi. E, pur tra una cautela linguistica e l'altra, neanche il prefetto può negarlo. Quindi se il bilancio dei reati evidenzia un abbattimento dei crimini, presenta però in particolare «una criticità che non è solo milanese e non solo delle grandi città: frange giovanili fuori controllo, loro, non la città, e che tendono a ad affermare il loro protagonismo con prepotenza, con crescente violenza» dice Saccone.

«Noi dobbiamo bloccare questa escalation di violenza che al momento, dal punto di vista delle lesioni, è ancora basso ma che comincia a essere diffusivo e soprattutto crea allarme sociale e insicurezza» insiste quindi ancora il prefetto. E così dà la sveglia al Comune e al sindaco Beppe Sala che sembra aver sottovalutato l'allarme sicurezza.

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