Il Tub arriva a Milano. Il capoluogo lombardo si aggiudica la sede della terza sezione del Tribunale unificato europeo dei brevetti, destinata a Londra prima della Brexit. La candidatura risaliva al 2020, e negli ultimi mesi il pressing del governo e degli enti territoriali interessati, a partire da Regione Lombardia e Comune di Milano, ha dato i suoi frutti. Ieri il comitato amministrativo del Tub ha approvato la decisione: alle sedi di Parigi e Monaco si aggiunge Milano.
A darne l'annuncio, su Twitter, è stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani (in foto): «Una buona notizia per l'Italia e un riconoscimento per Milano». Soddisfatto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, come Tajani impegnato nelle trattative. Per il Guardasigilli è «un successo importante per il nostro Paese, che dopo la Brexit è la terza nazione europea per numero di brevetti», e la sezione milanese del Tub «oltre al prestigio prosegue Nordio - porterà grandi benefici sotto il profilo economico e di giurisdizione». Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, sottolinea come il merito del traguardo raggiunto vada al «lavoro di squadra». Anche il Governatore lombardo Attilio Fontana plaude al «risultato molto importante per Milano e l'intera Lombardia, frutto del lavoro di tutti gli attori che hanno partecipato alle trattative», ribadendo inoltre «il ruolo decisivo assunto dal nuovo Governo. «Felice» per l'assegnazione il sindaco di Milano, Beppe Sala. Di «altra dimostrazione dell'efficacia del gioco di squadra tra istituzioni» parla Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, salutando «una notizia molto positiva per il sistema imprenditoriale, per la nostra città e per il Paese». Ma se Sala è entusiasta, non si può dire lo stesso del suo partito di riferimento, il Pd. La vicepresidente della commissione Esteri di Montecitorio, Lia Quartapelle, infatti, si chiede se «Milano avrà le competenze previste per la sede di Londra», insinuando che in caso contrario il Tub sarebbe «una scatola vuota». Tema ripreso dalla capogruppo al Senato di Iv-Azione Raffaella Paita, che parla di «vittoria di Pirro», perché «le competenze più pesanti vanno a Francia e Germania».
Le «competenze» sono quelle che sarebbero spettate a Londra. L'8 maggio il presidium Tub le aveva spacchettate tra Parigi e Monaco. Ora la Francia vorrebbe tenersi quelle sulla farmaceutica certificata Spc, Monaco su chimica e metallurgia. Ma, aveva già spiegato Tajani, l'Italia ha voluto una clausola di revisione anticipata dell'accordo, fissata al 2026, «per correggere eventuali squilibri». Sala infatti invita a mettersi «al lavoro per ampliare con il Governo le deleghe che ci sono state assegnate».
E Antonio Bana, penalista milanese e componente del Tavolo tecnico per il Tub, quanto alle competenze sottolinea come «la sezione di Milano dovrà giudicare contenzioni brevettuali in settori cruciali per l'Europa e per l'Italia come il farmaceutico, il fitosanitario, l'agroalimentare e la moda». «Attendiamo fiduciosi le competenze specifiche», conclude Bana, ma lo sforzo profuso «oggi ha segnato un passo importante e domani dovrà segnare il passo definitivo».
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