"Mille euro mensili per i giovani neoassunti: aziende sgravate dalle tasse per due anni"

Il Cav incontra Salvini ad Arcore. Focus sugli sforzi per ridurre le bollette

"Mille euro mensili per i giovani neoassunti: aziende sgravate dalle tasse per due anni"

Oltre al taglio del cuneo fiscale e alla flat tax, oltre alla semplificazione della macchina burocratica e alla difesa degli investimenti del Pnrr, secondo Silvio Berlusconi è vitale investire sui giovani. Come nessuno ha fatto finora. Nella sua «pillola quotidiana» il leader azzurro si concentra sulle nuove generazioni. «Dobbiamo restituire la speranza per il futuro - spiega sui suoi canali social il presidente di Forza Italia -. Dobbiamo aiutarli ad avere un lavoro dignitoso, a potersi comprare una casa, formare una famiglia, crescere dei figli». L'idea è quella di togliere ogni tassa o spesa contributiva nei primi due anni lavorativi del giovane. In modo da consentire anche ai datori di lavoro di pagare stipendi di almeno mille euro netti al mese.

Berlusconi si dice convinto che questo sia il modo più diretto ed efficace di superare l'attuale situazione del lavoro giovanile, praticamente monopolizzato dai contratti a termine e di apprendistato.

La crisi energetica però ha stravolto nelle ultime settimane anche l'agenda della campagna elettorale e nell'incontro di ieri ad Arcore tra Salvini (reduce dal Gran Premio di Monza) e Berlusconi si è parlato soprattutto di misure atte ad alleggerire il peso delle prossime bollette, oltre che definire i dettagli della grande manifestazione che chiuderà il prossimo 22 settembre a Roma la campagna elettorale del centrodestra.

Il tema dell'occupazione giovanile e del futuro dei giovani è stato anche al centro dell'ultima intervista del leader azzurro rilasciata al portale web Upday. Dove Berlusconi è tornato a difendere l'idea della flat tax. «La nostra proposta è di una sola aliquota al 23% per famiglie e imprese - spiega -. Non verrà applicata sui primi tredicimila euro di reddito che saranno esenti da ogni imposta, così da assicurare un buon grado di progressività e da tutelare soprattutto i redditi medio-bassi». Secondo il leader azzurro è sostenibile per una semplice ragione: «un forte taglio alle aliquote fiscali favorisce la crescita, i consumi, gli investimenti, la creazione di posti di lavoro e diminuisce l'area della povertà». In questo modo si allargherebbe la base imponibile, e si tasserebbe pure il Pil prima sommerso. «Ciò nel medio periodo reca un beneficio - precisa Berlusconi -, non un danno, anche ai conti pubblici. Lo dimostra quel che succede nei 54 Stati che hanno adottato la flat tax e anche quel che è successo negli Stati Uniti: negli anni '60 con Kennedy e negli anni '80 con Reagan che vararono grandi programmi di tagli fiscali. In entrambi i casi le entrate dello Stato aumentarono».

L'intervista è stata poi l'occasione per ribadire la necessità di sensibilizzare l'Europa verso alcune modifiche dei meccanismi che regolano la vita dell'Unione («basta unanimità su materie come difesa ed energia»)e sui contorni del suo ruolo politico nel centrodestra che si appresta, secondo le sue stesse

previsioni, a governare. «Non sono certo a caccia di alcun incarico - conclude Berlusconi -, del quale non ho davvero bisogno. Sono e sarò come sempre al servizio del mio Paese, ove vi fosse la necessità di un mio intervento».

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