Mille proteste nel 2023. La sinistra ammette: "Ormai è routine, serve ad aggiungere un giorno di vacanza"

L'articolo 40 della Costituzione sancisce il diritto allo sciopero ma non di certo l'abuso allo sciopero

Mille proteste nel 2023. La sinistra ammette: "Ormai è routine, serve ad aggiungere un giorno di vacanza"
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L'articolo 40 della Costituzione sancisce il diritto allo sciopero ma non di certo l'abuso allo sciopero. Si potrebbe obiettare che non c'è una linea netta che separa uno sciopero giusto da un utilizzo esagerato dello strumento, ciò potrebbe essere vero se non si leggessero i dati degli scioperi avvenuti in Italia negli ultimi anni.

Nel solo 2023 sono stati proclamati 1425 scioperi con 470 agitazioni revocate e, secondo le cifre enunciate dalla Commissione Garanzia Sciopero nella relazione annuale alle Camere, nel 2022 sono stati indetti 1518 scioperi di cui 1129 effettuati e 515 revocati.

Il settore più interessato dagli scioperi è quello dei trasporti (626) seguito da reti e comunicazioni (183), igiene ambientale (160), servizi strumentali, enti centrali e locali (156), sanità (129), servizi strumentali (156), giustizia e libere professioni (60).

Dopo un calo degli scioperi nel periodo della pandemia, oggi assistiamo a un loro aumento che, sebbene ancora non equiparabile ai numeri pre covid, risulta comunque visibile.

Come emerge dalla relazione del garante, anche ricorrere allo sciopero nazionale non è una novità: «se il 2021 è stato interessato dalla proclamazione e dalla conseguente effettuazione di sette azioni di sciopero nazionale, indette sia da Organizzazioni sindacali firmatarie di CCNL che da Organizzazioni sindacali autonome (8 febbraio, 26 marzo, 12 maggio, 1° giugno, 21 giugno, 23 luglio e 11 ottobre 2021), il 2022 ha visto la prosecuzione della vertenza concretizzarsi in altre tre scioperi a livello nazionale (14 gennaio, 25 febbraio e 28 aprile 2022), e la sua positiva conclusione con la sigla del documento del 10 maggio 2022. I rinnovi del CCNL hanno costituito certamente una delle possibili spiegazioni seppure non l'unica della significativa riduzione del conflitto».

In uno dei settori più colpiti dagli scioperi, quello dei trasporti, lo scorso anno sono avvenuti 273 scioperi del trasporto pubblico locale (193 effettuati) con ben 59 giornate interessate dalle agitazioni. Per il trasporto aereo sono avvenuti 189 scioperi (138 effettuati) con 26 giornate interessate, mentre per il trasporto ferroviario le agitazioni sono state 121 (82 effettuate) a fronte di 48 giornate interessate.

Di fronte a questi numeri oggettivamente spropositati anche Pietro Ichino, voce storica della sinistra italiana, in un'intervista a L'Economia ha affermato che «il comportamento sindacale sta svuotando di significato questo strumento di lotta» spiegando come «Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della Cgil, alla Costituente disse che lo sciopero è un atto grave e solenne, da usare con grande parsimonia per difenderne il valore civile e morale. Lo sciopero perde questo carattere, e dunque la sua efficacia, se diventa una routine come è diventato oggi in Italia lo sciopero dei trasporti del venerdì. Che è connotato anche da una certa dose di opportunismo. Collocandosi al venerdì mira ad avvalersi dell'adesione opportunistica di chi vi partecipa solo per aggiungere un giorno di vacanza al fine-settimana».

D'altro

canto, sostenere che in una nazione in cui si organizzano in media 4/5 agitazioni al giorno non sia garantito il diritto allo sciopero è un po' come affermare che il venerdì sia scelto casualmente per scioperare. Fuori luogo.

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