Una lista di proscrizione. Una gogna pericolosa soprattutto al tempo dei social. Le parole del documento del Partito comunista italiano contro i cosiddetti filo-sionisti nostrani vengono accolte dal mondo della politica come un terribile campanello d'allarme. Spia di un risorgente e pericoloso antisemitismo alimentato dalle più insidiose teorie complottiste che fanno da macabro contraltare al dibattito democratico della politica.
Tanto è alto l'allarme che viene chiesto alla magistratura di intervenire. In prima fila alcuni gruppi bancari che hanno già depositato denunce per istigazione all'odio razziale, mentre il deputato di Fratelli d'Italia Francesco Filini annuncia un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi perché, dice, «pubblicare un simile elenco espone al rischio di violenze chi ne fa parte, e parliamo di politici e giornalisti, tra cui la collega di partito, senatrice Ester Mieli». Un'interrogazione è promessa anche da un gruppo di parlamentari dem.
Questa lista, che mette alla berlina non solo giornalisti e politici considerati «amici» di Israele ma anche ebrei italiani, sarà al centro dell'attenzione anche della commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all'odio e alla violenza. Lo annuncia il vicepresidente della Commissione, il senatore Marco Scurria (FdI) che chiede ai colleghi del Partito democratico e del Movimento Cinquestelle «di condannare senza la consueta ambiguità» questa iniziativa. E la solidarietà dei 5S arriva con un comunicato del gruppo che parla «di ferma condanna per ogni lista di proscrizione». Anche la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, si dichiara preoccupata delle possibili conseguenze. «L'irrilevanza politica di gruppi come il nuovo Partito Comunista non deve rappresentare un'attenuante per sottovalutare atti la lista di proscrizione comparsa su Internet con toni e stili i cui effetti abbiamo già tristemente conosciuto nel nostro Paese».
Da Forza Italia a Italia viva, passando per la Lega e per il partito della premier, sono tanti i politici esprimono solidarietà a colleghi e giornalisti inseriti proditoriamente in questo elenco. «Basta ambiguità, la condanna sia unanime» tuona su X Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione. «La condanna sia unanime» suggerisce anche Maria Elena Boschi (Iv). Mentre il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si appella ai colleghi chiedendo una posizione ferma di tutto l'arco parlamentare. «Si tratta - dice - di un inaccettabile attacco alla libertà di pensiero e una preoccupante minaccia alla sicurezza delle persone coinvolte». «È l'ennesima dimostrazione che l'antisemitismo sopravvive, si alimenta dell'estremismo e non risparmia parlamentari, imprenditori e giornalisti che si limitano a svolgere il loro lavoro - commenta l'azzurro Paolo Emilio Russo -. Siamo certi che le autorità preposte rintracceranno i responsabili dell'operazione e faranno in modo che in politica e non solo non tornino mai più le liste di proscrizione».
Forte preoccupazione viene espressa anche dalla Comunità ebraica romana: «Mancava
soltanto lo strumento della lista di proscrizione, e della gogna pubblica con nomi e cognomi, per completare il repertorio sconfortante di un antisemitismo risorto e che sempre più alza la voce e il livello delle sue minacce».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.