Ciclisti uccisi due volte. Dai camion e dalla burocrazia. Succede che il Comune di Milano venga bocciato dal ministero per le Infastrutture e i Trasporti. Si parla della delibera su Area B, la ztl che coincide con i confini della città, dove tra 15 giorni non potranno più entrare e circolare i mezzi pesanti sprovvisti dei sensori di allerta per la presenza di ciclisti e pedoni. Il motivo? La delibera è illegittima perché in contrasto con il Codice della strada, sotto il profilo dell'omologazione.
La delibera 971 dell'11 luglio 2023 stabilisce dal 1 ottobre il «divieto di accesso e di circolazione alla ztl Area B dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 19,30, dei veicoli categorie M2, M3, N2 ed N3 (mezzi pesanti) non dotati di sistemi avanzati capaci di rilevare la presenza di ciclisti e pedoni situati in prossimità della parte anteriore del veicolo o sul lato del marciapiede e di emettere un segnale di allerta, nonché privi di adesivo di segnalazione della presenza dell'angolo cieco ai fini di evitare la collisione». Sono derogati i veicoli i cui proprietari risultino in possesso di un contratto di acquisto. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l'ha bocciata: «Il Codice della strada non prevede questa delimitazione alla ztl Area B. Le delimitazione alla ztl possono essere imposte (in base al Codice della strada art. 7 comma 9) per motivi di sicurezza, salute, ordine pubblico ma non si possono prescrivere sulla base della presunta carenza del cosiddetto dispositivo sonoro finalizzato all'angolo cieco perché impatta sull'omologazione. Serve pertanto una regola tecnica da inviare alla Commissione Europea e una volta ottenuto il nulla osta, prevedere una modifica al Codice della strada ai fini dell'omologazione. La delibera pertanto è illegittima». Tradotto: ogni modifica al veicolo, che non sia prevista dalla casa costruttrice (articolo 78 del Codice della Strada) dev'essere sottoposta a «esame tecnico» del Ministero, il veicolo poi deve passare la revisione e affrontare successivamente l'omologazione. Allo stesso modo il Codice non prevede l'apposizione dell'adesivo che avverte degli angoli morti, previsto dalla delibera.
Ecco, quindi, che l'inflessibile burocrazia, con i conseguenti tempi biblici - l'iter indicato dai tecnici del MIT comporterebbe mesi, se non anni - stoppa le buone intenzioni del sindaco di Milano Beppe Sala (nel tondo) che aveva pensato il provvedimento sulla scia della strage di ciclisti travolti dai camion (6 morti da novembre, 5 da inizio anno). I sensori, infatti, potrebbero scongiurare la dinamica identica di questi incidenti, tutelando gli utenti deboli della strada. Il provvedimento, però, è stato scritto «di pancia», sulla scia dell'emotività, delle manifestazioni dei ciclisti milanesi, delle pressioni dell'elettorato ecologista, che hanno spinto Sala a dare una risposta in tutta fretta, senza tenere conto delle leggi. Stupisce anche che i tecnici di un Comune monstre come quello di Milano non conoscano il Codice della strada o non si siano presi la briga di consultarlo prima di scrivere un provvedimento così complesso e impattante sul tessuto produttivo della città, ma con ricadute ben più ampie.
Qualcuno a palazzo (Marino, la sede del Comune), che conosce bene il Codice ha suggerito di vietare la circolazione dei mezzi pesanti di giorno, autorizzandoli solo di notte - divieto che è nelle facoltà del sindaco - permettendo al Comune di raggiungere l'obiettivo di evitare ulteriori morti sulla strada, ma allo stesso tempo bypassando i sensori, con buona pace delle imprese e della burocrazia.
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