Matteo Salvini tiene la linea dura sulla questione «migranti» e torna ad attaccare sia il capitano di Sea Watch, Carola Rackete, oggi al secondo giorno di domiciliari, che l'Europa, connivente con le Ong e con il loro comportamento scorretto. Un'Europa che continua a voler mettere bocca con una prepotenza inquietante sulle questioni italiane. «La comandante fuorilegge - ha twittato Salvini - ha giustificato il folle attracco che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza, dicendo che c'era uno stato di necessità. Ma se nessuno dei 42 immigrati a bordo aveva problemi di salute, di quale necessità stava parlando?».
E poi torna a scatenarsi contro quell'Europa che mostra di stare dalla parte della Rackete, entrando a gamba tesa su questioni prettamente interne all'Italia. Salvini mantiene la barra dritta con decisione: «Otto o ottantotto, non autorizzerò nessuno a entrare in Italia». Insomma, nessuno dei migranti di Sea Watch sarà ospitato nel nostro Paese. Se li accollino gli altri, in sostanza.
A causa di questa dichiarazione si è verificato l'ennesimo scontro dei pentastellati al governo col vicepremier leghista, che su questo punto non sarebbero d'accordo. Ma il segretario della Lega ha tenuto a dire: «A Bruxelles fanno finta di non capire e agevolano il lavoro di scafisti e Ong». Quasi come se dietro al lavoro dei taxi del mare ci fossero quegli interessi europei che ormai si sospettano da anni e che sono più certezza che dubbio.
Ieri sulla vicenda Sea Watch è intervenuto anche Luigi Di Maio: «Dobbiamo fare in modo che le navi che provocano il nostro Paese - ha detto -, compromettendo anche la sicurezza delle nostre forze dell'ordine com'è accaduto in questi giorni, restino in dotazione allo Stato italiano. Se entri nelle nostre acque violando la legge - ha proseguito - , perdi definitivamente l'imbarcazione, senza attenuanti e multe che incidono ben poco. Se forze armate, capitaneria o corpi di polizia lo vorranno, daremo a loro le navi confiscate».
Anche i politici dei vari Paesi europei si sono fatti sentire. Ed è scontro con l'Italia. Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha fortemente criticato l'arresto della Rackete: «Può darsi - ha chiarito - che ci sia una legislazione italiana su quando una nave può entrare in porto e quando no, e può anche essere che ci siano reati amministrativi o reati penali. Tuttavia l'Italia non è uno Stato qualsiasi, è al centro dell'Ue, è uno Stato fondatore dell'Ue. Ed è per questo che ci aspettiamo che affronti un caso del genere in modo diverso. Coloro che salvano vite umane non possono essere criminali». La risposta di Salvini non si è fatta attendere: «Al Presidente tedesco - ha affondato - chiediamo cortesemente di occuparsi di ciò che accade in Germania e, possibilmente, di invitare i suoi concittadini a evitare di infrangere le leggi italiane, rischiando di uccidere uomini delle Forze dell'ordine italiane. A processare e mettere in galera i delinquenti ci pensiamo noi». La portavoce del governo francese, Sibeth Ndiaye, commenta: «Quella di Salvini è la strategia dell'isteria». Il ministro risponde: «Visto che il governo francese è così generoso (almeno a parole) con gli immigrati, indirizzeremo i prossimi eventuali barconi verso Marsiglia». Il ministro degli Esteri del Lussemburgo chiede invece di rilasciare la comandante.
E il titolare del Viminale lo secca con un tweet: «Ve lo ricordate il ministro lussemburghese che, urlando merda diceva che voleva più immigrati in Europa? Adesso pretende che la comandante fuorilegge sia rimessa in libertà! Pazzesco. Ma non ha niente di meglio da fare»? Un modo gentile per dirgli di continuare a farsi i fatti suoi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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