"È in minoranza". Raggi bocciata pure in Campidoglio

L’ultimo atto sulla riforma delle partecipate è stata una sonora sconfitta per la Raggi e il M5s. Le opposizioni compatte bloccano la giunta

"È in minoranza". Raggi bocciata pure in Campidoglio

Non è stato un semplice passo falso ma un vero e proprio scossone politico quello che ieri ha travolto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e il M5s in assemblea Capitolina.

È stato bocciato il provvedimento che la giunta voleva approvare, cioè la riorganizzazione delle partecipate, che vedeva anche l'aggregazione tra Roma Metropolitane e l'Agenzia capitolina per la mobilità. La partita si è chiusa con 26 voti contro l’ordine del giorno e 18 favorevoli (e un astenuto).

Forse questo non è un evento del tutto inaspettato. Il sindaco, come evidenzia il Messaggero, da tempo è di fatto senza maggioranza. E questo ben prima che 4 dissidenti interni comunicassero l'addio ai pentastellati. Cosa avvenuta il primo luglio. Di certo non è una bella prospettiva per il primo cittadino che si è ricandidata e aspira a essere rieletta.

"In passato anche i fuoriusciti dal Movimento votavano con noi delibere importanti come queste. Ieri, invece, hanno detto di no a priori, anche per salutare, mandare un segnale alla sindaca dopo cinque anni di consiliatura, che ha visto rapporti tesi tra la giunta e il gruppo in Aula Giulio Cesare", ha spiegato un consigliere 5s. Insomma qualcosa si è rotto tra ex pentastellati e colori che sono rimasti sotto la bandiera del Movimento. E a pagarne i costi di questa frattura vi è anche la Raggi. Il vicesindaco Pietro Calabrese, invece,non si arrende e parla di «un imbarazzante teatrino» da parte delle minoranze.

L’appuntamento di ieri in aula era in sostanza l’ultimo prima del termine della consiliatura. L'Assemblea è stata convocata anche giovedì mattina per una riunione straordinaria sulla riforma dei poteri di Roma Capitale e il decentramento amministrativo. Poi stop. Dalla mezzanotte di domani, infatti, mancheranno 45 giorni al voto delle Amministrative. E così si potrà convocare l'aula soltanto per provvedimenti urgenti e straordinari.

In realtà lo strappo consumato ieri è figlio di uno scontro avvenuto già nelle settimane scorse tra maggioranza e opposizione. I 5s hanno provato a inserire nell'ultimo consiglio la delibera, attesa da 5 anni, sulle partecipate. Questo provvedimento prevedeva l'accorpamento di Roma Metropolitane con Roma servizi per la mobilità e la fusione di Farmacap, la società che controlla le farmacie comunali, con Zetèma, che invece gestisce eventi culturali. Una delibera con la quale, ha ricordato ancora il quotidiano, la giunta ha provato a respingere anche i rilievi della Corte dei Conti che indica che il Campidoglio non ha prodotto il suo bilancio consolidato.

Ma la fusione tra le partecipate non è piaciuta alle forze di opposizione, Pd in testa. Pentastellati e dem alleati a livello nazionale, a Roma sono divisi. La minoranza ha prima chiesto di approvare anche altre delibere, come quelle sui debiti fuori bilancio ed il bilancio di Farmacap, e poi hanno minacciato di presentare oltre 2mila emendamenti. Troppo lontane le posizioni tra le due parti. E così quando il presidente Marcello De Vito ha indetto la votazione sull'ordine del giorno i 5s sono andati subito sotto. E questo è bastato per chiudere la consiliatura.

Successivamente c’è stato un altro confronto tra le due parti. Maggioranza e opposizione si sono, infatti, riviste subito dopo nel corso di una riunione della capigruppo. Ognuno è rimasto sulle proprie posizioni. Il 5s Giuliano Pacetti ha ricordato ai colleghi "l'errore che è stato fatto, perché rischia di saltare una delibera che può salvare Roma Metropolitane e i suoi lavoratori". Di tutt’altro avviso Andrea De Priamo di FdI che ha spiegato che è stata data "piena disponibilità a concludere la consiliatura con un ordine dei lavori condiviso, loro hanno detto di no".

Netta anche la posizione del Pd. "Abbiamo bocciato una decisione assurda che l'aula ha respinto al mittente.

Avevamo chiesto di votare delibere più importanti, ma la maggioranza ha rifiutato", ha affermato il dem Giulio Pelonzi. E così si è chiuso il sipario sulla consiliatura. Forse in un modo che neanche la Raggi si aspettava.

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