"Il mio governo? Merita sette e mezzo"

La premier dà il voto all'esecutivo: "Può migliorare". Missione a Tirana sui migranti

"Il mio governo? Merita sette e mezzo"
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Giorgia Meloni torna sui banchi di scuola per affrontare la «prova» di Skuola.net, il network nato per aiutare gli studenti e per introdurli ai temi della cultura e della politica. In vista delle elezioni il network propone interviste ai principali leader politici per spiegare ai ragazzi l'importanza del voto. Dal voto elettorale al voto scolastico il passo è scontato. E alla domanda su quale sia il giudizio sul suo esecutivo la Meloni non ha dubbi: «Buono ma può fare di più. Merita, anzi meritiamo un 75/100». «Ho avuto grandi soddisfazioni, come il recupero di Caivano - dice la premier - ma su alcuni aspetti dobbiamo migliorare. Come, a esempio, sulla comunicazione. Riusciamo a fare tante cose ma no riusciamo a comunicarle tutte». Ci tiene quindi a essere chiara in questa occasione: «in Europa, come in Italia, mai governi arcobaleno. Mai con la sinistra», con buona pace della cosiddetta «maggioranza Ursula», esperienza da archiviare.

Tra le cose di cui va più fiera è il risultato ottenuto sul tema del lavoro. «I dati dell'occupazione sono confortanti - spiega -: record storico dei contratti stabili e dell'occupazione, anche femminile». E confessa che quella sul lavoro è una sorta di fissazione: «Tutte le risorse disponibili cerchiamo di concentrarle sia sul lavoro sia sull'aumento dei salari, che abbiamo ottenuto grazie al taglio del cuneo fiscale». Anche se, ammette, è ancora grande il gap con i salari europei. «Un ritardo accumulato in anni e anni».

È sui temi «europei» che si concentra, però, l'intervista. E di questi il più urgente da risolvere per la Meloni è quello della difesa comune. «Se vuoi proteggere i tuoi cittadini - spiega la premier - devi essere in grado di difenderti e se non riesci a difenderti anche la tua sovranità è limitata. Con la guerra sulle soglie dell'Europa bisogna correre ai ripari. Dobbiamo rafforzare sicuramente questo ambito. Non sono soldi buttati se vuoi essere libero. E comunque non sono soldi spesi per la armi, come dice qualcuno, ma soldi per la difesa. Si vis pacem para bellum, dicevano i latini».

In Europa la Meloni vuole portare anche un nuovo approccio alla questione dell'immigrazione. «L'Italia è praticamente una piattaforma in mezzo al Mediterraneo - ricorda -. Prima del nostro arrivo al governo si pensava soltanto allo smistamento degli irregolari. Abbiamo imposto un nuovo modo di osservare il problema. Il problema va affrontato alla fonte. Smantellando innanzitutto la tratta degli esseri umani e aiutando i Paesi di origine a emanciparsi economicamente». E ricorda a questo proposito quello che è stato poi ribattezzato il «piano Mattei».

In tema di immigrazione si segnala poi che proprio la premier Meloni sarà in Albania il prossimo 5 giugno. L'occasione è la partecipazione a Tirana alla Settimana della cultura italiana. Fonti governative non escludono un passaggio anche nei due cantieri di Shengjin e di Gjader dove si stanno allestendo le strutture per i migranti, frutto del memorandum d'intesa siglato da Italia e Albania lo scorso 6 novembre del 2023». Altro tema centrale per l'Europa che uscirà dalle urne il prossimo 9 giugno c'è ovviamente l'ambiente. Sul tema la Meloni ha una posizione più che critica verso la politica fin qui adottata da Bruxelles. «Sugli obiettivi da raggiungere - afferma la premier - sono certamente d'accordo. Meno, però, sul modo. Non mi sembra giusto infatti che sia la Ue a dire al singolo Paese come ridurre le emissioni». E porta come esempio il settore automobilistico.

La nostra industria viene penalizzata dalla scelta dell'auto elettrica, ricorda, che viene prodotta soprattutto in Paesi dove per produrre energia usano ancora le centrali a carbone. «Di certo in questo modo non riducono le emissioni, anzi», commenta la Meloni per aggiungere: «L'ambiente va salvato, ma al centro dell'ambiente c'è l'uomo».

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