"Mio padre tornato ma quanta paura: 15 mesi di silenzio"

Il figlio dell'ottantenne Gadi: "Ignoravamo se fosse vivo"

"Mio padre tornato ma quanta paura: 15 mesi di silenzio"
00:00 00:00

Yair è il figlio di Gadi Mozes. Gadi ha 80 anni ed è stato catturato il 7 ottobre dal kibbutz Nir Oz. Yair non nasconde che è stato molto preoccupato per la sorte di suo padre, che ora però è finalmente libero. Gadi è un contadino, esperto di patate da sempre, era il compagno di vita di Efrat Katz, 69 anni, e viveva con la sua famiglia numerosa e allargata a Nir Oz. Era stato visto l'ultima volta fuori l'abitazione, mentre i terroristi gli chiedevano soldi e le chiavi della macchina. Efrat era dentro casa con sua figlia, Doron, che era in visita per il fine settimana con le sue due bambine, Raz, allora di 5 anni, e Aviv di 2. Doron Katz Asher e le sue due figlie piccole sono state tutte prese prigioniere e poi liberate a novembre 2023. Il corpo di Efrat, invece, è stato trovato diversi giorni dopo.

Yair, che persona è suo papà Gadi?

«È una persona veramente speciale, è un grande padre e un grande amico. È sempre stato molto attivo nella suo lavoro nei campi, nel kibbutz. È un contadino e agronomo, si occupa dell'irrigazione della terra, coltiva patate e per più di 10 anni ha viaggiato per il mondo, nei Paesi sviluppati, per imparare tutto sull'agricoltura».

Che cosa è successo quel 7 ottobre quando è stato rapito?

«Mio padre viveva nel kibbutz Nir Oz. Quando i terroristi sono arrivati e sono entrati in casa, lui ha lasciato subito il rifugio e ha detto loro, per salvare la compagna Efrat Katz con sua figlia e le due nipoti, che era da solo. Ma purtroppo altri terroristi hanno preso anche Doron e le due figlie, liberate poi a novembre 2023».

Il governo ha delle responsabilità?

«Il governo e i militari hanno delle responsabilità. È vero, stiamo trattando con dei terroristi, ma dobbiamo farlo anche se avremmo dovuto farlo prima».

Cosa ne pensa della firma della tregua?

«L'accordo deve andare avanti finché tutti i rapiti non siano ritornati a casa. Non bisogna riprendere i combattimenti dopo la prima fase, ma devono essere liberati prima tutti gli ostaggi, anche se so che l'intesa è stata molto difficile. È l'ultima chance che abbiamo di riportare tutti quelli ancora a Gaza tra di noi di nuovo».

Quali saranno la prime cose che farà Gadi?

«Sarà sicuramente molto preoccupato per mia sorella che era anche lei nel kibbutz quel giorno. Vorrà sapere anche di quelli che vivono a Nir Oz, perché è una comunità in cui tutti sono amici, è una grande famiglia. Sarà molto triste quando ascolterà la terribile storia di quel giorno. Sono stati 13 mesi senza alcuna informazione su di lui. Non sapevamo se fosse solo o con altre persone, in una casa o in un tunnel, in che condizioni fosse, se avesse cibo e medicine. E non eravamo sicuri neanche se fosse ancora vivo».

Che cosa dirà a suo padre ora che è libero?

«Gli dirò quanto siamo stati preoccupati per lui, quanto lo amo e quanto siamo tutti felici che sia di nuovo finalmente con noi».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica