"Misogini", "Sessisti", "Lunari". Le donne di sinistra all'attacco del Pd

Dopo l’arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, le donne di sinistra fanno il controcanto al Pd: "La verità è che c’è troppa misoginia nel campo della sinistra"

"Misogini", "Sessisti", "Lunari". Le donne di sinistra all'attacco del Pd

C’è chi la accusa di vestirsi "da maschio", chi di stare "un passo indietro agli uomini", chi di avere un approccio ideologico per aver scelto di farsi chiamare "il presidente". La verità è che la sinistra fatica a gioire per una donna che rompe il soffitto di cristallo dopo anni di lotte femministe se quella donna risponde al nome di Giorgia Meloni. E allora va bene tutto pur di vendicare la lesa maestà e ogni cosa diventa pretesto per raccontare la nuova presidente del Consiglio come una specie di illusione ottica del patriarcato. Non sono argomenti politici, si parla di estetica e di linguaggio, si rimane sul pelo dell’acqua. Non tutte ovviamente si riconoscono in questo modo di confrontarsi con l’avversario. È questione di merito e metodo, ma anche di onestà intellettuale, visto che al di là dei proclami la questione femminile riguarda tutti, nessuno escluso.

Il controcanto arriva da donne che militano in ambienti non proprio affini (per usare un eufemismo) a quelli da cui proviene la Meloni. "Vorrei chiedere al Pd come ha potuto consentire con le sue politiche che la destra salisse al governo", tuona Maria Vittoria Molinari, sindacalista di Asia-Usb e presenza fissa ai picchetti anti-sfratto. Secondo lei i dem stanno portando avanti battaglie "lunari", scollegate dalla realtà delle tante donne che non ce la fanno ad arrivare a fine mese o a crescere i propri figli. "Vi posso assicurare che nelle periferie il tema dell’articolo maschile o femminile non viene proprio preso in considerazione". La Molinari snocciola le vere priorità: "La nuova premier aumenterà i salari? Abbasserà l’età pensionabile? Eliminerà i contratti di lavoro che rendono donne e uomini schiavi di un sistema ingiusto? Questo è ciò che conta". Da militante dell’estrema sinistra non si rivede affatto nelle idee della Meloni. Non le piace, non la rappresenta e non si fida: "Troppo atlantista, troppo filoamericana ed europeista, la sua presenza non ci tranquillizza".

Jasmine Cristallo, ex portavoce delle Sardine, attivista politica e femminista, della nuova premier dice: "La sua è una storia di militanza importate. È riuscita a trasformare un partito di nicchia in un partito di governo, quindi a lei il merito di aver fatto questo miracolo". Da qui a festeggiare per l’approdo a Palazzo Chigi ce ne passa: "Non basta essere donna per incarnare le istanze del femminismo". E non basta neppure avere la tessera del Pd in tasca. La Cristallo lo denuncia senza mezzi termini: "La sinistra non ha mai saputo esprimere una leadership femminile, anche quando ce n’era la possibilità, perché nei partiti come il Pd c’è una fortissima misoginia che porta ad un utilizzo strumentale delle donne: dovrebbero smetterla di usarle come bandierine e di parlare di questione femminile senza agire in modo coerente". Verrà il tempo del congresso.

La speranza che si possa aprire un dibattito serio sulle pari opportunità, e non si risolva tutto in mero conteggio delle tessere elettorali, è l’ultima a morire. "Sono stata personalmente testimone di atteggiamenti maschilisti, sessisti e misogini nel campo della sinistra. È un problema sistemico con il quale il Pd deve assolutamente fare i conti".

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