Missioni militari, mezza sinistra diserta

Sì del Pd. 5s astenuti, Avs non vota: non vogliono che la Marina si difenda sul Mar Rosso

Missioni militari, mezza sinistra diserta
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Il primo via libera alla missione Aspides è arrivato ieri dalle Commissioni Esteri e Difesa della Camera.

E il «campo largo», come sempre accade sulle più cruciali questioni internazionali, si è spaccato: Pd e centristi di Azione e Iv hanno votato con la maggioranza a favore delle iniziative europee a tutela del traffico marittimo nel Mar Rosso contro gli attacchi terroristici degli Huthi, sponsorizzati dall'Iran. I Cinque Stelle di Conte e i rossoverdi di Avs no. I primi astenuti, i secondi assenti, entrambi contro la missione europea a tutela di navi civili bombardate e affondate (con gravissime conseguenze non solo economiche ma anche ambientali).

Oggi la parola passa alle aule di Camera e Senato. «Il Parlamento - dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani - darà il via libera alla nostra missione nazionale integrata nella missione europea, a tutela del diritto internazionale e della libera navigazione». Il 40% del traffico marittimo, ricorda, «passa il Mar Rosso». Per questo è «necessaria una presenza militare a protezione delle nostre navi e della nostra economia».

Dal centrodestra si ironizza sugli sbandamenti continui dei campo largo: «Altro che luna di miele. Quello tra Pd e M5S dimostra di essere solo un matrimonio d'interesse a fini elettorali», dice Tommaso Foti di Fdi. Duri anche i commenti di Italia viva: «Incredibile che 5S e Avs trovino il modo di distinguersi anche su questo», dice il capogruppo Davide Faraone. «Non bisogna schierarsi neanche contro gli Huthi? Nemmeno su missioni autorizzate dall'Ue a scopo totalmente difensivo? Che pacifismo è quello che lascia affondare le nostre navi, mette a repentaglio la vita dei nostri soldati, divide l'Europa e fa salire alle stelle i prezzi dei nostri prodotti?». E la parlamentare Isabella De Monte interroga gli alleati di Conte: «Possibile che, dagli Huthi all'Ucraina, per il Pd siano solo bazzecole?».

Il dem Filippo Sensi manda un segnale: «Sugli impegni internazionali ci sono tre parole che dovrebbero essere stella polare per qualunque forza aspiri a governare: pacta sunt servanda». Ma dal Nazareno, come di consueto, non trapela una sillaba sulle strane obbedienze internazionali di M5s. La speranza è che il dissenso interno ai grillini monti entro oggi: «In tanti trovano assurde le scelte di Conte e vorrebbero votare a favore con noi», assicurano i dem. Il Pd voterà sì alla missione, con legittime critiche al ritardato coinvolgimento del Parlamento: «Ci preoccupa che l'ingaggio sia avvenuto fuori dall'autorizzazione parlamentare», dice Lia Quartapelle. Ma ci sono anche capziosi distinguo che sembrano ignorare la realtà del conflitto in corso e le sue ripercussioni devastanti. L'ex ministro Andrea Orlando, ieri in viaggio per Rafah insieme a Boldrini, Fratoianni e svariati grillini, detta le sue regole d'ingaggio: «Se la funzione di Aspides resta rigorosamente solo di osservazione e monitoraggio se ne possono comprendere le ragioni», ma «qualsiasi sforamento di quei paletti ha conseguenze anche di carattere istituzionale, perché l'Italia ripudia la guerra». Gli fa eco Nicola Fratoianni: «Il governo dica chiaramente se siamo in guerra, con chi e perché. Per noi sarebbe una prospettiva inaccettabile».

Posizioni che vengono però poco apprezzate dalla maggioranza dei parlamentari Pd: «La missione Aspides, cui noi diamo via libera politico, ha già chiarissimi compiti difensivi e di protezione del traffico marittimo. Se vengono attaccati cosa dovrebbero fare, lasciarsi bombardare e affondare?», chiede Alessandro Alfieri.

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