«Alpini molestatori di donne». Se fosse vero, sarebbe gravissimo. Se invece è una fake, sarebbe una vera e propria calunnia. I precedenti sono favorevoli agli alpini, ma questo non li esime da eventuali responsabilità che - lo ripetiamo -, se provate, andrebbero perseguite penalmente.
Fatto sta che nella lunghissima tradizione dei raduni alpini mai nessuna denuncia di «molestie» ha macchiato le adunate delle penne nere: accolte in tutta Italia, da Nord a Sud, sempre con entusiasmo e consenso sociale; una simpatia guadagnata sul campo, considerata la solidarietà e l'impegno mostrati dagli alpini in occasione di situazioni difficili (vedi calamità naturali) che hanno colpito il nostro Paese.
Coglie quindi tutti impreparati l'allarme lanciato dall'associazione femminista «Non una di meno» secondo cui sarebbero «centinaia, e continuano ad aumentare, le denunce di molestie raccolte a Rimini andate in scena nel corso del fine settimana a Rimini, in occasione dell'Adunata nazionale degli alpini».
L'associazione femminista ha «invitato le persone che hanno subito molestie a raccontare la propria esperienza. Già in molte, soprattutto giovani donne, molte dei quali lavoratrici nel settore del turismo, lo hanno fatto». Ieri sera a Rimini c'è stata addirittura un'assemblea, definita dagli organizzatori una «contro adunata».
«Abbiamo iniziato a raccogliere e condividere le testimonianze delle donne molestate e la risposta è stata altissima - scrive «Non una di meno» - tanto quanto sconvolgente per il numero e l'intensità delle molestie ricevute. Fischi, cat-calling, minacce e vere e proprie molestie hanno colpito diverse persone colpevoli solo di voler vivere la propria città. Molestie mascherate da goliardia e tradizione che in realtà sono figlie di una cultura patriarcale che vuole donne, persone trans e gender non conforming assoggettate al potere e alla paura, al ricatto e alle minacce in caso di rifiuto». La replica degli Alpini? «Tutte fandonie. La nostra storia parla per noi».
«Centociquanta denunce di molestie? A noi non risulta».
Cade dalle nuvole in sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che invece parla espressamente di «sfida vinta»: «In 400mila hanno invaso Rimini per quattro giorni e con gli 80mila che hanno sfilato domenica alla chiusura della 93esima adunata nazionale degli alpini, tutto si è svolto nel migliore dei modi». Ma restano le ombre. Sotto forma di decine di testimonianze-choc postate sui sociale. «Palpeggiamenti» e «offese» non sono goliardia.
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