Si sta nuovamente surriscaldando la situazione politica in Bielorussia, e l'arresto del blogger Roman Protasevich, prelevato a Minsk dopo il dirottamente di un aereo che stava percorrendo la tratta Atene-Vilnius, è soltanto l'ultimo episodio di una crisi che riprende vigore dopo la rielezione-farsa di Lukashenko lo scorso agosto. Il braccio di ferro tra «Batka», il «piccolo padre», e la leader dell'opposizione Svetlana Tikhanovskaya si sta riproponendo giorno dopo giorno. Ieri, in occasione del primo anniversario dell'arresto di suo marito Syarhey Tsikhanouski (giornalista e uomo simbolo del risveglio della democrazia nel Paese), la Tikhanovskaya ha esortato via twitter la comunità internazionale a «prendere una posizione concreta a favore della libertà. Siete pronti a partecipare a una manifestazione globale di solidarietà? Trovate la vostra città su questa mappa e sostenete i bielorussi che coraggiosamente combattono per la democrazia». L'attivista ha esortato le persone ovunque nel mondo a organizzare manifestazioni, partecipare a eventi virtuali, firmare petizioni, scrivere lettere ai prigionieri politici e postare sui social media il proprio dissenso nei confronti di Lukashenko. «È molto importante mandare un chiaro segnale di sostegno al coraggioso popolo bielorusso che lotta per la libertà, ma anche per esortare il regime dittatoriale a mettere fine alle violenze e condurre nuove elezioni giuste», ha aggiunto.
La vita di Protasevich sarebbe in pericolo. Il blogger è apparso in un video che il governo di Minsk ha messo in rete. Afferma di trovarsi nella struttura di detenzione preventiva n° 1 a Minsk e di stare bene, ma sembra mostrare segni di percosse. Tutto questo mentre la sua compagna, Sofia Sapega, cittadina russa fermata insieme a lui all'aeroporto, è stata condannata a due mesi di carcere per spionaggio (Putin non l'ha presa bene).
L'appello della Tikhanovskaya, che da nove mesi si è rifugiata in Lituania, è stato accolto con una manifestazione di un centinaio di persone in piazza a Minsk, una raccolta firme a Oslo, Kiev, Leopoli e Vilnius, ma soprattutto dal mondo social. Qualcuno sostiene in rete che «questi sono i giorni peggiori dai tempi del terrore di Stalin», altri sono pronti a scommettere che «l'impunità di Lukashenko è finita». La donna, che nei giorni scorsi si trovava in Grecia per una serie di visite istituzionali, aveva incontrato ad Atene proprio Roman Protasevich. «Credo che fermando Roman abbiano voluto inviarmi l'ennesimo messaggio intimidatorio».
Sul fronte diplomatico, alla condanna dell'Ue si sono aggiunti gli Stati Uniti che hanno annunciato una serie di misure restrittive, con la reintroduzione di sanzioni nei confronti di aziende bielorusse in precedenza esentate. Washington, che ha invitato gli americani a non viaggiare verso Minsk, sta preparando una lista di sanzioni mirate contro esponenti di spicco del regime, associati ad abusi dei diritti umani e corruzione, frode nelle elezioni di agosto 2020, fino al blitz sul volo di Protasevich. Biden ha esortato Lukashenko a «liberare immediatamente tutti i prigionieri politici e partecipare a un dialogo con i leader dell'opposizione democratica che conduca a elezioni presidenziali libere».
Lukashenko continua a sostenere di «agire nella legalità e nell'interesse del Paese». L'ha ribadito nel fine settimana a Sochi, dove ha incontrato Putin per ottenere la seconda tranche di un prestito da 1 miliardo di dollari.
In Russia si sta valutando una clamorosa annessione della Bielorussia, facendo leva su alcuni punti del Trattato dell'Unione stipulato tra i due Paesi. Putin userà le sanzioni occidentali e i prestiti concessi per esercitare ancora più pressione su Lukashenko.
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