Dal 2 settembre fino al 16 dicembre il Traforo del Monte Bianco chiuderà per lavori di ristrutturazione della volta. Una tegola non indifferente per la Valle d'Aosta, che è collegata alla Francia proprio da quel tunnel di 11,6 chilometri. Da lì, infatti, passano una media di 5mila veicoli al giorno, con picchi ovviamente più elevati in corrispondenza della stagione turistica. La società che gestisce l'infrastruttura, la Tmb-Geie, ha affermato che il periodo dei lavori è stato scelto insieme alle prefetture della Valle d'Aosta e dell'Alta Savoia «ritenendo l'autunno come il periodo meno impattante sul turismo, in particolare per i veicoli leggeri, i primi utilizzatori del traforo (sono stati il 68% del traffico nel 2023) e sull'economia delle due regioni».
I lavori si concentreranno su due tratti di 300 metri ciascuno, per un totale di 600 metri. Si tratta di un progetto che era stato inizialmente pianificato per l'anno scorso, ma lo stato italiano e quello francese riuniti in Commissione intergovernativa avevano deciso di rinviare i lavori di un anno. Il motivo è che, a causa di una frana nell'agosto del 2023, si era verificata la contemporanea chiusura del traforo del Frejus, il che avrebbe comportato il rischio di paralizzare il collegamento Italia-Francia per quanto riguarda il trasporto su gomma. Ora il Frejus ha riaperto al traffico, anche se tuttora rimane chiuso il collegamento ferroviario, con i lavori di ripristino in ritardo e non ancora conclusi. Allo stato attuale, la riapertura rischia di arrivare solo nel corso del primo trimestre del 2025. Un'eternità, che ha mandato in subbuglio i parlamentari europei italiani, da destra a sinistra, i quali chiedono un intervento da parte della Commissione europea nella speranza che possa accelerare le cose. Del resto, non può passare inosservato che il 60% delle merci italiane passi attraverso i valichi alpini e il Frejus sia una linea importante nelle reti trans-europee di trasporto, identificate con la sigla Ten-T. Tornando, però, ai lavori sul Traforo del Monte Bianco è facile immaginare che - la contemporanea chiusura del Traforo a quella della via ferroviaria del Frejus - possa provocare congestioni e rallentamenti sulle vie al momento disponibili. La società Tmb-Geie, di comune accordo cone le prefetture di Piemonte, Valle D'Aosta, Alta Savoia e Savoia ha indicato una mappa degli itinerari alternativi. Secondo le previsioni, le vie stradali più battute durante il periodo di chiusura del Monte Bianco saranno il Gran San Bernardo, il Frejus e i colli alpini.
Sempre la società responsabile dell'infrastruttura ha specificato che la tipologia dei lavori, unitamente alla necessità di garantire la sicurezza alle maestranze, «non consentono il passaggio del traffico veicolare in nessuna circostanza, anche temporanea, durante l'intera durata del cantiere».
Quella che verrà avviata il 2 settembre è la prima di due fasi di test (la seconda sarà effettuata nel 2025) che serviranno di individuare la migliore metodologia operativa per individuare come proseguire ulteriormente. Del resto, se saranno confermati anche i lavori del 2025, saranno stati ristrutturati solo 1,2 chilometri del tunnel, quindi ne rimarrebbe la grande parte ancora da fare.
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