La Moratti ricompatta i moderati: "Berlusconi è l'unico candidato"

La responsabile della sanità lombarda si sfila. Salvini: al vertice parleremo di taglio delle tasse e di fondi Ue

L'assessore regionale Letizia Moratti
L'assessore regionale Letizia Moratti

«L'unico nome del centrodestra per il Quirinale è Silvio Berlusconi. Io mi occupo di sanità in Regione Lombardia. È un impegno importante che cerco di portare avanti con tutta me stessa». Alla vigilia del vertice di Natale dei leader di centrodestra Letizia Moratti (nel tondo, ndr) spazza via le illazioni e compatta i moderati, aggiungendo un mattoncino al tentativo di costruire una candidatura percepita come solida, unitaria e priva di «piani B» pronti all'uso. La linea ufficiale è quella di avviare le consultazioni quirinalizie dal mese di gennaio, come dichiarato anche ieri da Matteo Salvini. «Nel vertice parleremo di taglio delle tasse e fondi europei, del Quirinale da gennaio». Ma è chiaro che nel pranzo di Villa Grande Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini inizieranno a ragionare sulla tattica da tenere nelle prime votazioni per verificare i numeri, prima di tentare l'affondo a partire dalla quarta votazione. L'idea di fondo è di trasmettere un chiaro segnale di unità. Un obiettivo che verrà perseguito, se ci si riuscirà, non soltanto attraverso la photo-opportunity, ma anche con la definizione di alcune candidature per le Amministrative prima della fine dell'anno. «Non si può essere uniti solo a parole, dobbiamo dimostrare di non voler ripetere gli errori del passato», spiegano. Le caselle libere non mancano. A Palermo Gaetano Miccichè è favorevole a un accordo con Italia Viva e propone da tempo un allargamento strutturale del centrodestra a Matteo Renzi; poi Verona, dove la Lega non vuole appoggiare il sindaco uscente Federico Sboarina, eletto come civico e in seguito entrato in FdI; a Padova Fratelli d'Italia vorrebbe candidare Elisabetta Gardini mentre a Como si ragiona sulla ricandidatura del sindaco civico uscente Mario Landriscina. Il centrodestra è anche intenzionato a rispedire al mittente la lettura di Enrico Letta che paventa il rischio che l'elezione del prossimo Capo dello Stato da parte di una maggioranza diversa da quella attuale porti automaticamente alla crisi e alle elezioni anticipate. L'intenzione è quella di far trapelare il messaggio che non possono esserci malcelate conventio ad excludendum verso i candidati di area centrodestra, né essere ripercorsi schemi già visti più volte in passato. Se Berlusconi tace, da Forza Italia arrivano segnali precisi. «Io mi fido degli alleati, credo nella capacità del centrodestra di essere leale, la candidatura di Berlusconi può essere il giusto riconoscimento per uno statista del XX secolo e per aver fatto nascere il governo Draghi» dice Giorgio Mulè ospite di Adnkronos Live. «Berlusconi non deve dimostrare nulla e il centrodestra può convincere gli altri» a convergere su questo nome, conclude l'azzurro. Un pieno appoggio arriva anche dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, intervistato da Rainews. «Berlusconi, come imprenditore visionario e con la sua esperienza di governo, ha tutte le carte in regola per fare il presidente della Repubblica» e «visto il legame personale sarei orgoglioso di scrivere il suo nome». E Gianfranco Rotondi aggiunge: «Il centrodestra non ha rose di nomi, la nostra ferma intenzione è eleggere Silvio Berlusconi». Sullo sfondo riparte il dibattito sul presidenzialismo. La Fondazione Luigi Einaudi ha lanciato ufficialmente la proposta di dar vita a un'Assemblea Costituente, da eleggere contestualmente al rinnovo del prossimo Parlamento. Proposta ufficialmente raccolta da Ignazio La Russa per Fratelli d'Italia.

La Fondazione, però, aspira ad allargare il perimetro e invita «i tanti rappresentanti dei gruppi che hanno preannunciato la loro adesione nel corso della conferenza stampa di presentazione alla Camera» a dare un seguito concreto alle loro promesse così da sfruttare al meglio l'occasione del Pnrr attraverso un grande restyling istituzionale.

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