Tragedia nel Modenese dove due giorni fa una giovane mamma è morta dopo un'infiltrazione al seno fattole in casa da una persona non si sa ancora se e quanto qualificata e che, sopraggiunti i sintomi del malore, si è data alla fuga. Della, presunta, «estetista» si conoscono le generalità ed è probabile che sarà lei stessa a presentarsi quanto prima ai carabinieri di Maranello, il paese in provincia di Modena dove si è consumato il dramma.
Sull'incidente mortale la procura di Modena ha aperto un'inchiesta, ma per formalizzare le ipotesi di reato si attende la versione della presunta «estetista» che dopo essere in un primo tempo fuggita, si è costituita ai carabinieri. Dovrà essere lei a spiegare in dettaglio la sostanza usata per il «trattamento estetico» e cosa sia accaduto esattamente subito dopo l'infiltrazione. La sua posizione non è semplice, anche perché dovrà motivare la sua iniziale fuga, forse originata dal fatto di essere cosciente di non avere i requisiti di legge per praticare un interventi come quello che ha portato alla morte della 35enne. La donna potrebbe essere deceduta a seguito di uno choc anafilattico, ma solo l'autopsia sarà in grado di accertarlo. La vittima si chiamava Samantha Migliore, 35 anni, e nel novembre 2020 era sopravvissuta a un tentato omicidio da parte dell'ex fidanzato, che le aveva sparato alla testa. Un destino assurdo: miracolosamente sopravvissuta a un colpo di pistola e morta invece a seguito di una «banale» operazione estetica. Un intervento di «rimodellamento e aumento del volume del seno» che, in una struttura sanitaria attrezzata e con personale medico adeguato, non presenta nessun tipo di rischio. Ma che, al contrario, affrontato senza le dovute precauzioni (comprese quelle legate ad indispensabili esami diagnostici preventivi) può portare a conseguenze nefaste. «Il trattamento a cui si è sottoposta la signora Samantha Migliore (puntura volta a sollevare il seno) è un trattamento medico e non estetico - precisa Roberto Papa, segretario nazionale di Confestetica -. A causare la morte della 35enne è stata chi ha esercitato abusivamente la professione sanitaria punibile dall'art. 348 c.p., che nulla ha a che vedere con i trattamenti estetici svolti dalle estetiste».
Per il tentato femminicidio risalente a due anni fa (che - precisano gli inquirenti - «nulla ha a che vedere con la tragedia avvenuta l'altroieri»), proprio lunedì scorso la corte d'Appello aveva confermato la pena di sette anni nei confronti dell'ex fidanzato che aveva attentato alla vita di Samantha.
Nell'abitazione della Migliori l'altroieri i carabinieri sono arrivati dopo l'allarme partito dai familiari della 35enne appena la giovane aveva accusato il primo malessere.
Ma sono bastati pochi minuti perché la situazione degenerasse fino alla morte di Samantha, madre di cinque figli, rendendo inutile ogni tentativo di soccorso.Al momento della «puntura» erano presenti in casa l'attuale marito della donna e altri conoscenti che hanno assistito impotenti all'agonia di Samantha.
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