Corridoi del grano dove non hanno funzionato quelli umanitari. Questa la mossa che Mosca vorrebbe attuare per il tramite di Ankara, anche per disinnescare una mina che si chiama carestia in tutto il Nordafrica. Il Cremlino ha diffuso ufficialmemte la notizia che Vladimir Putin avrebbe detto al presidente turco Tayyip Erdogan di essere pronto a facilitare l'esportazione senza ostacoli di grano dai porti ucraini in coordinamento con la Turchia. Si tratta di almeno 20 milioni di tonnellate ferme in Ucraina dopo che la Russia ne ha bloccato i porti sul Mar Nero.
Tradotto in azioni concrete questa volontà porta in pancia due questioni non secondarie: la prima riguarda l'esigenza di sminare quel tratto di Mar Nero da cui le navi dovrebbero transitare, la seconda concerne le voci che stanno circolando già da settimane di saccheggi di grano ucraino da parte di russi che lo avrebbero già messo su navi che dalla Crimea fanno rotta verso il Libano.
Nel mezzo la posizione negoziale di Erdogan, che a questo punto acquista maggior vigore non fosse altro perché seguente al blocco esercitato per l'ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia. La conferma ufficiale arriva anche dal ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, in attesa della visita in Turchia da parte del ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov l'8 giugno. Cavusoglu ha aggiunto che terrà colloqui con Lavrov «sulla questione dell'apertura di un corridoio di sicurezza che includa anche (la spedizione) del grano nel Mar Nero, questa è la domanda più importante, ci stiamo concentrando su questo. Stiamo progettando di istituire un centro a Istanbul per osservare il corridoio», ha detto Cavusoglu, aggiungendo che Lavrov sarà accompagnato da una delegazione militare. L'annuncio del Bosforo arriva il giorno dopo il colloquio telefonico tra Putin e Erdogan, che ha fatto luce anche su molti altri aspetti.
In precedenza da Berlino e Parigi era giunta a Mosca la richiesta di mettere fine al blocco per i cereali ucraini: il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz avevano esortato Putin a porre fine al blocco russo. «Ho proposto, nella discussione che abbiamo avuto con Olaf Scholz sabato, al presidente Putin di prendere l'iniziativa per una risoluzione alle Nazioni unite per dare un quadro molto chiaro a questa operazione», ha detto Macron dopo il vertice europeo di Bruxellesi. Due giorni fa il ministro degli Esteri britannico Liz Truss aveva accusato il presidente russo di ricattare il mondo con il blocco del porto, in seguito anche il World Economic Forum di Davos aveva lanciato un allarme preciso sul rischio di fame globale.
Ma se da un lato l'emergenza nordafricana potrebbe essere in parte temperata da questa mossa, dall'altro si apre di fatto a un ruolo certificato per la Turchia, ora in grado di dettare l'agenda in un momento in cui sul tavolo c'è anche la questione del gas e le pressioni di Israele che ha appena raggiunto un accordo con l'Egitto per esportare Gnl.
Tra l'altro in Turchia il governo non nasconde il proprio ottimismo sull'operazione, anche in considerazione del fatto che dopo tre anni si è tenuto il primo dialogo politico tra Turchia e Unione europea, svoltosi ieri ad Ankara sotto la presidenza di due dei massimi diplomatici turchi, il viceministro degli affari esteri e direttore per gli affari dell'UE Faruk Kaymakc e il viceministro degli esteri Sedat Önal.
Presenti anche Enrique Mora, vice segretario generale dell'Ue per gli affari politici, il vicedirettore generale della Commissione europea per la politica di vicinato e i negoziati di allargamento Maciej Popowski, capo della delegazione dell'Ue in Turchia Nikolaus Meyer-Landrut.
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