L'insostenibile incertezza sulla mascherina. Dall'inizio dell'epidemia i cittadini sono stati ripetutamente disorientati da indicazioni poco chiare e talvolta contraddittorie sull'utilità o meno di indossare la mascherina per proteggersi dal virus. L'oscar per i continui cambiamenti di direzione spetta certamente all'Organizzazione mondiale della sanità che all'inizio della pandemia asserì che la mascherina serviva soltanto per chi era già contagiato.
Ora però è stata acquisita la certezza sull'utilità di indossarla. Ma visto che è esploso il caldo e il picco sembrava superato l'obbligo all'aperto era stato cancellato quasi ovunque. Ma la ripresa dei focolai a macchia di leopardo, il mancato rispetto del distanziamento e la ripresa della movida preoccupano in Italia e all'estero. E così in molti chiedono di tornare ad indossare la protezione nei luoghi pubblici e anche all'aperto, magari pure ripristinando l'obbligo.
In Italia la prima a muoversi è stata l'amministrazione di Capri: troppa gente nella splendida e famosissima piazzetta. E così è tornato l'obbligo di mascherine all'aperto nei weekend fino al 31 luglio dalle 18.00 alle 4.00.
E anche il Lazio ventila la possibilità di ritornare all'obbligo. Alessio D'Amato, assessore alla salute, si dice preoccupato sia per «gli assembramenti con relativa movida» sia per «i rientri negli aeroporti da alcuni paesi con alta incidenza virale». Ma «il ritorno della copertura di naso e bocca dipenderà dal buon senso dei cittadini», avverte D'Amato. Una «minaccia» che però il governatore Nicola Zingaretti non condivide mentre preferisce lanciare un appello ai sindaci perché limitino, con ordinanze, gli assembramenti. «Per ora non procederemo con un' ordinanza su obbligo di mascherina», assicura Zingaretti.
Scende in campo anche il «fantasista» Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che ritiene inevitabile il ritorno dell'obbligo se il numero dei casi dovesse risalire. E intanto minaccia anche di chiudere i negozi se «commessi e clienti sono senza mascherina».
Anche all'estero con la risalita dei casi si torna ad indossare il dispositivo di protezione. In Austria dall'inizio del mese si contano oltre cento nuovi positivi al giorno. E dunque obbligo di mascherina nei supermercati, negli uffici postali e nelle banche. Giro di vite per gli arrivi dai Paesi balcanici, dato che molti dei nuovi casi sono importati da Albania, Bosnia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia. Richiesto per chi arriva queste aree anche un test negativo.
Ma è di nuovo in ansia anche la Francia dove le mascherine sono obbligatorie, in tutti i luoghi pubblici chiusi da un paio di giorni. Troppi i focolai che si accendono uno dietro l'altro in diverse regioni del paese che oltretutto finora erano state risparmiate dalla pandemia.
«Al momento gli indicatori non sono di colore rosso ma i numeri sono preoccupanti. L'epidemia di coronavirus è ripartita in Francia e la situazione può precipitare e trasformarsi in una Catalogna bis» commenta il presidente del Consiglio scientifico, Jean-Francois Delfraissy.
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