Multe senza frontiere, intesa tra i Paesi Ue. All'estero si paga tutto, pure i divieti di sosta

Esteso l'elenco delle infrazioni transfrontaliere. Notifiche possibili entro un anno

Multe senza frontiere, intesa tra i Paesi Ue. All'estero si paga tutto, pure i divieti di sosta
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Fare i furbi in automobile o guidare in modo spericolato in una delle 27 nazioni della Ue diventa sconsigliabile. Chi si limita a fare spallucce pensando che «tanto la contravvenzione non mi arriverà mai» ha sbagliato i suoi calcoli. Ora si pagherà anche per un semplice divieto di sosta o per essere entrato erroneamente in area a traffico limitato. E l'infrazione commessa arriverà al destinatario in busta verde entro 360 giorni con tanto di sanzione da pagare. Ed è meglio farlo subito, si può risparmiare (come in Francia) oppure si può evitare di peggiorare la situazione (con una denuncia penale).

Ormai sia Consiglio che Parlamento Ue stanno accerchiando gli automobilisti indisciplinati. E ieri hanno raggiunto una prima intesa per combattere l'impunità di coloro che commettono infrazioni stradali in un paese diverso da quello di residenza e quindi alla guida di un veicolo con targa straniera. Due le novità. Le autorità Ue hanno innanzitutto allungato l'elenco delle infrazioni che fanno scattare l'assistenza transfrontaliera. Fino ad ora la direttiva UE 2015/413 prevedeva multe solo per le infrazioni più pericolose ai fini della sicurezza su strada. Oltre all'immancabile eccesso di velocità, ci sono: omesso uso delle cinture di sicurezza, passaggio con il semaforo rosso o altro segnale di fermata, guida in stato di ebbrezza o influenza di droghe, marcia su corsie vietate, mancanza del casco in moto, uso del cellulare o altri dispositivi durante la guida. All'elenco si sono aggiunte il parcheggio in zone vietate, i sorpassi pericolosi, l'omissione di soccorso, l'ingresso in aree a traffico limitato. Immutato però il principio per cui non si applicano mai sanzioni accessorie all'automobilista straniero. Quindi nessuna decurtazione dei punti sulla patente o, peggio, sospensione della stessa.

La seconda novità riguarda il miglioramento del sistema messo in pratica per identificare l'automobilista. La difficoltà fino ad ora era la condivisione dei dettagli del conducente tra le nazioni, un passaggio determinante per far arrivare all'indirizzo del destinatario l'avviso di pagamento. E il sistema di comunicazione tra gli stati membri ha lavorato a singhiozzo. Tanto che secondo la Commissione europea, quattro infrazioni su dieci rimangono impunite: la pratica attivata si bloccava alla notifica ma poi rimaneva incagliata per mancanza di assistenza e cooperazione tra gli Stati nella successiva applicazione delle sanzioni. Scopo dell'intesa raggiunta tra Consiglio e Parlamento è dunque quella di intensificare lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali rafforzando l'attuale sistema di Cross border. L'efficienza del sistema non è uguale dappertutto. Al Centro consumatori europeo spiegano che Francia, Austria, Germania e Olanda sono le nazioni che «stanano» nel loro paese di origine un alto numero di indisciplinati.

Il resto dei paesi stenta a ingranare la quarta. Tanto per fare un raffronto: in Francia esiste un apposito ufficio nazionale che gestisce le pratiche sulle infrazioni di auto con targhe straniere, in Italia il lavoro viene suddiviso tra comuni e regioni.

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