Muore a 18 anni di leucemia: la curavano con la vitamina C

I genitori rifiutano la chemioterapia in ospedale e la mandano a seguire rimedi alternativi in Svizzera

Muore a 18 anni di leucemia: la curavano con la vitamina C

Morire sommersi da un muro che crolla è ineluttabile, morire di leucemia perché vengono snobbati metodi scientifici che offrono altissime possibilità di guarigione, è quasi offensivo. Eleonora Bottaro, di Bagnoli, 18 anni compiuti il 14 agosto, è stata vittima di scelte dogmatiche e ci ha rimesso la pelle. Si è spenta ieri dopo un anno di sofferenza.

In questa storia le macerie di Amatrice non c'entrano. Purtroppo è il risultato di scelte estreme e di chiusura alla medicina tradizionale che ha portato una ragazzina alla morte, in modo prematuro, ingiusto. La sua breve vita è finita, in estate, stroncata da una leucemia curata con cortisone e vitamina C in una clinica in Svizzera, scelta pienamente condivisa con i suoi genitori. A cui, ormai, non restano che le lacrime per piangere Ele ma anche Luca, l'altro figlio, morto a soli 22 anni nel 2013 perché stroncato da un aneurisma mentre si trovava in vacanza a Folgaria. Un trauma familiare che, secondo i genitori, è stata la causa scatenante della malattia della figlia più piccola, Eleonora. Ecco la sua storia.

La diagnosi di leucemia per Eleonora è arrivata un anno fa, quando lei aveva 17 anni ed era una brillante studentessa dell'istituto agrario di Padova. Una patologia che fa paura ma che viene spesso superata soprattutto se si è giovani. Fino a qualche anno fa, infatti, era considerata una condanna a morte, attualmente invece non è più così: circa l'80 il 90% di questi malati guarisce ed è restituito ad una vita lunga e sana. Ma i genitori di Eleonora che sono tutt'ora sostenitori delle cure alternative, snobbano le statistiche, si rifiutano di far curare la figlia con la chemioterapia e contestano la scelta del professor Giuseppe Basso di Oncoematologia.

Per contro i genitori sposano la filosofia dell'ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer, secondo cui le malattie non sarebbero altro che una risposta dell'organismo a traumi psicologici irrisolti. Nel caso specifico, secondo loro, sarebbe insorta dopo la morte prematura del fratello Luca.

Ma la scelta genitoriale non lascia indifferenti i medici perché la diagnosi di leucemia per Eleonora è arrivata quando la ragazza era ancora minorenne. E di fronte la richiesta di dimissioni dall'ospedale di Padova da parte di marito e moglie, i medici che volevano praticare la chemioterapia hanno immediatamente segnalato il caso al tribunale dei Minori.

Nel giro di poche settimane è decaduta la patria potestà per Lino Bottaro, fotografo e giornalista (creatore del sito Stampa Libera) e la consorte Rita, costretti a rivolgersi all'avvocato Gian Mario Balduin per gestire questa delicata situazione. Il legale padovano ha dovuto tutelare marito e moglie di fronte al tribunale dei Minori, dove sono state presentate anche centinaia di firme di compaesani che certificavano la serietà della famiglia. Tutore di Eleonora è stato invece nominato il professor Paolo Benciolini di Medicina Legale.

La mediazione è stata sofferta e alla fine Eleonora viene ricoverata in Svizzera all'ospedale di Bellinzona dove è possibile seguire percorsi alternativi alla medicina tradizionale visto che, anche se a volte può risultare assurdo, nel nostro sistema vige la libertà di cure.

In Svizzera, l'effetto placebo sembra far star meglio Eleonora per qualche tempo, che poi subisce l'ultimo tracollo.

Viene trasportata all'ospedale di Schiavonia quando ormai le forze se ne stavano andando.

L'ultimo ricorso presentato è quello in cui si chiedevano dosi massicce di vitamina C. Ma la morte è arrivata prima della risposta legale.

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