Sull'asfalto ieri mattina c'erano ancora i segni tracciati dalla stradale. Proprio mentre la Camera studia la stretta sui monopattini, ieri Firenze ha pianto un ragazzo di 27 anni, Mohamed Fahim Abdul Rahuman, nato nello Sri Lanka.
Il giovane è rimasto ucciso nella notte tra domenica e lunedì all'incrocio tra viale Don Minzoni e viale Masaccio, non lontano dal centro. Erano le 2 quando il suo monopattino elettrico si è scontrato con un grosso scooter. L'impatto è stato violentissimo e il giovane, sbalzato dal mezzo, è caduto sul marciapiede, battendo violentemente la testa. Subito è scattato l'allarme.
Sul posto è giunto il personale sanitario del 118, insieme agli agenti della polizia municipale e della polizia di stato. I sanitari hanno provato a rianimare Mohamed, ma senza risultato, e non hanno potuto far altro che decretarne la morte. Anche il conducente dello scooter e il passeggero che portava sono caduti a terra. Soccorsi sono stati trasportati all'ospedale di Careggi in codice rosso, dove i medici li hanno ricoverati per una serie di traumi. Ma si salveranno.
Non è chiara la dinamica dell'impatto e per accertarla gli investigatori stanno controllando le immagini delle telecamere presenti in zona.
Quello di ieri è il quarto incidente dall'inizio dell'anno, che ha fatto sollevare quel polverone di polemiche mai sopite. «Sono mesi che Firenze è in prima linea per battersi per una maggiore sicurezza sui monopattini - dice il sindaco Dario Nardella - Ci dispiace profondamente per la morte del giovane conducente del monopattino, ai suoi familiari vadano le nostre più sentite condoglianze e le mie più profonde scuse per questa inaccettabile lacuna normativa. Aspettiamo che gli inquirenti chiariscano la dinamica dell'incidente, ma ciò che è già appurato è che il conducente del monopattino non aveva il casco, a differenza delle due persone che erano sulla moto».
Firenze è stata la prima città a farsi carico del problema e Nardella firmò un'ordinanza che imponeva l'obbligatorietà del casco, ma venne annullata dal Tar.
«Decidemmo di non fare ricorso - racconta - ma di chiedere al Parlamento un intervento rapido e decisivo con una norma che rispondesse alle proposte avanzate dalla nostra città: ovvero obbligatorietà del casco, dell'assicurazione e della presenza di un numero di riconoscimento, una sorta di targa dei mezzi. Sono passati diversi mesi e nonostante lo sforzo di alcuni parlamentari come la presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati Raffaella Paita, che ringrazio, il parlamento ancora non ha emanato una norma». Il Parlamento si sta muovendo per rendere appunto il casco obbligatorio, imporre limiti di velocità e la maggiore età per l'uso monopattino. Ma i tempi non sono rapidi. Proprio per questo, il primo cittadino fiorentino avverte che, se governo e Parlamento non provvederanno in tempi brevi, lancerà una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare. Anche Matteo Tanzilli, presidente di Assosharing, chiede regole certe ricordando che oggi su strada ci sono oltre 42 mezzi in 40 città della penisola e sottolineando che il monopattino ha un basso impatto ambientale.
«Tra le proposte che abbiamo già avanzato - annuncia Tanzilli - c'è un ampio piano di educazione al codice della strada obbligatorio per chi prenderà i mezzi in sharing, compreso un tutorial in app, oltre a un call center dedicato alle amministrazioni e alla polizia locale per riposizionare in maniera tempestiva i mezzi parcheggiati in modo non idoneo e foto del parcheggio».
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