Murdoch, storico accordo con Google mentre Facebook litiga con l'Australia

Intesa per il pagamento dei contenuti. Zuckerberg invece blocca le news a Canberra che chiede soldi alle Big Tech

Murdoch, storico accordo con Google mentre Facebook litiga con l'Australia

New York. Facebook e Google si posizionano sui due lati opposti della barricata nella guerra con l'Australia sull'utilizzo delle notizie sulle rispettive piattaforme. La società di Mark Zuckerberg ha bloccato la condivisione di link e contenuti giornalistici degli utenti nel paese come ritorsione contro la legge in via di approvazione dal governo di Canberra, che costringerebbe i colossi del web a pagare gli editori per condividere le news. Il tutto mentre il re dei motori di ricerca siglava invece uno storico accordo con Rupert Murdoch per il pagamento dei contenuti, aprendo quella che potrebbe essere una nuova stagione nei rapporti fra gli editori e i giganti della tecnologia.

Sotto pressione per l'attesa legge che sta ispirando anche le autorità europee, canadesi e britanniche, Google ha raggiunto un'intesa con News Corp che include pure Wall Street Journal e New York Post negli Stati Uniti, The Times e The Sun in Gran Bretagna. Se inizialmente anche Google si è opposto alla proposta di legge come Facebook, affermando che non riflette il funzionamento di Internet e «penalizza ingiustamente» le loro piattaforme, ha poi deciso di aggirare l'ostacolo. Pensando che la sua migliore opzione fosse quella di negoziare preventivamente accordi con gli editori, tra cui News Corp, ma anche con i principali conglomerati australiani Nine Entertainment e Seven West Media. L'amministratore delegato di News Corp Robert Thomson, da parte sua, si è detto soddisfatto dell'accordo triennale, che prevede fra l'altro lo sviluppo di una piattaforma per gli abbonamenti e la condivisione dei ricavi pubblicitari tramite i servizi tecnologici di Big G. Diametralmente opposta alla decisione di Mountain View è stata invece quella di Facebook, che ha optato per una mossa senza precedenti definita subito dal premier australiano Scott Morrison «da arroganti». «Non ci faremo intimidire», ha aggiunto il primo ministro, il quale in un comunicato proprio sul social network ha sottolineato come le grandi aziende tecnologiche forse stanno cambiando il mondo, ma questo non vuol dire che dovrebbero gestirlo. «La decisione di Facebook di togliere l'amicizia all'Australia, bloccando le informazioni essenziali sui servizi sanitari e di emergenza, è tanto arrogante quanto spiacevole», ha tuonato. Dopo il blocco di Menlo Park, gli editori internazionali potranno continuare a pubblicare contenuti sul social, ma i link e i post non potranno essere visti o condivisi dal pubblico australiano. Come risultato, questa mattina gli utenti di Facebook non sono stati in grado di visualizzare i link alle notizie dei media locali o internazionali e le persone che vivono all'estero non hanno potuto accedere alle notizie australiane. Penalizzati anche molti servizi di emergenza locali: le pagine che contenevano notizie con segnalazioni di focolai di covid, incendi e fenomeni meteorologici, sono sparite dalle loro pagine Facebook.

Vigili del fuoco, servizi medici e meteo d'emergenza fino a ieri usavano queste pagine per condividere notizie rilevanti. Il social di Zuckerberg, tuttavia, ha poi affermato che si trattava di un errore e molte di queste pagine sono tornate online.

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