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Muro del pianto, protesta pro Israele davanti alla sede dell'Unesco

Molti cittadini, mobilitati da Il Foglio, si sono recati davanti alla sede italiana dell'Unesco per protestare contro la decisione di considerare il Muro del pianto solo arabo

Muro del pianto, protesta pro Israele davanti alla sede dell'Unesco

Il monte del Tempio, a Gerusalemme, da sempre è sacro per ebrei, cristiani e musulmani. Ognuna delle tre fedi monoteiste ha un motivo diverso per considerarlo tale. Del tempio ebraico dopo le distruzioni dei Romani resta solo il basamento, quello che oggi viene chiamato "Muro del Pianto". Gli ebrei si recano in preghiera alla base di tale muro (quindi all'esterno della spianata delle moschee). Il luogo è sacro per i cristiani, che ricordano le numerose visite di Gesù al Tempio, citate nel Vangelo: si svolsero le sue dispute con i sacerdoti e altri episodi della sua vita pubblica. Per i musulmani, invece, il Monte del Tempio è sacro perché, secondo la tradizione, il profeta Maometto venne assunto in cielo dalla roccia posta in cima al monte, oggi all'interno della Cupola della Roccia.

Fatta questa premessa, arriviamo alla stretta attualità: l’Unesco ha adottato una controversa risoluzione su Gerusalemme Est che ignora i legami del popolo ebraico con i luoghi santi e stabilisce, di fatto, che il "Muro del Pianto è un luogo arabo". La risoluzione cita la "Palestina occupata" e critica la gestione israeliana dei luoghi santi nella Città Vecchia di Gerusalemme. A far infuriare gli israeliani, però, è soprattutto la decisione di usare esclusivamente il nome islamico per riferirsi al complesso della moschea di Al-Aqsa, ignorando il termine ebraico Monte del Tempio.

Il quotidiano Il Foglio oggi ha organizzato una protesta simbolica, davanti alla delegazione italiana dell'Unesco, a simboleggiare un "nostro Muro del pianto contro la nuova Shoah culturale". Numerosi i cittadini che hanno manifestato, con cartelli e bandiere, per solidarizzare con lo stato di Israele, vittima di una decisione che, ovviamente, va ad alimentare ulteriormente un clima già conflittuale (guarda le foto).

Sul sito del Foglio tra l'altro si ricorda che l'Italia si è astenuta

sulla risoluzione che cancella la storia ebraica a Gerusalemme, precisando che questa scelta "non è in linea con l’orientamento del governo. Ma né il premier Matteo Renzi né il ministro degli Esteri sono intervenuti per chiarire".

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