"Musk? Si è fatto una risata. Ma io vivo sotto minaccia"

Parla il braccio destro del magnate Andrea Stroppa: "Sulla polemica del saluto fascista ha speso meno di un minuto"

"Musk? Si è fatto una risata. Ma io vivo sotto minaccia"

Sta a casa sua, ai Castelli romani, e vede scorrere sul cellulare le minacce. Piazzale Loreto, la più classica, cioè la fine di Mussolini, ma gli prospettano anche la fine di Aldo Moro, fucilato dalla Brigate rosse nel portabagagli di una Renault 4 rossa nel 1978. Nel post c'è scritto: «Scarlatta». Andrea non parla con nessuno, solo con gli amici. Dice di non avere paura. Però è difficile non avere paura se ti bersagliano dalla mattina alla sera con minacce di morte. Gli è stata proposta una scorta perché - gli hanno detto - rischia. Non sono solo i soliti ciarlatani dietro questa campagna. Lui però non la vuole. «Mai», ha confidato, «mai: sono una persona libera e voglio restare libera».

Quella che l'ha colpita di più è la maledizione di Roberto Saviano, scrittore prestigioso e radical chic. Commentatore di giornali molto importanti. Era diretta a Musk ma si riferiva anche a lui: «Io ti maledico. Prima o poi cadrai». Toni da feroce profeta di qualche setta. Naturalmente stiamo parlando con Andrea Stroppa, il giovane cybernautico romano che qui in Italia è l'alter ego di Musk. Il suo braccio destro. Parla solo tramite messaggi, resta chiuso nel suo riserbo. «Non voglio fare casino, voglio lavorare». Semplicemente spiega la storia del saluto romano, che è stato il pretesto per scatenare l'assalto squadrista di cui, ora, qui in Italia, lui è il primo bersaglio. Tutto nasce da quel gesto di Musk alla fine della cerimonia di insediamento di Trump alla Casa Bianca. Il braccio teso e il volto che sprizzava di gioia. Giornali e politici di sinistra hanno tradotto il saluto in un saluto fascista, e dunque in una ideologia fascista, in un impulso fascista, in un sogno di ritorno al fascismo. O magari, meglio, al nazismo. Stroppa, qui dall'Italia, è intervenuto su X per spiegare. «È stato un gesto di esultanza di una persona emotiva - dice - il fascismo non c'entra niente». E ha scritto un breve post nel quale spiega che quel saluto era un ritorno all'antica Roma e al saluto dell'antica Roma. «Quello è il saluto romano per gli americani, non è un saluto fascista. È un modo di salutare. Non c'è nessun riferimento al fascismo. Riguarda la storia romana. Poi se vogliamo discutere giorni interi su come si salutavano i romani, possiamo anche farlo. Ma non abbiamo filmati (ride) dobbiamo fidarci di qualche statua e di qualche moneta. Per esempio ho visto una vecchia moneta dove il generale Germanico saluta come Musk...». Stroppa, sommerso dagli insulti, ha cancellato il post sui saluti romani. Ora se ne pente. «Dovevo lasciarlo lì». Non sarebbe cambiato molto. «Ammetto di essere stato ingenuo».

Stroppa non è preoccupato tanto da quelli che mettono i post di minacce ma da chi ci può essere dietro. In una delle urla di morte che gli è pervenuta c'è la foto della famosa esibizione dei cadaveri a Piazzale Loreto. È quella immagine terribile con i corpi di Mussolini, di Pavolini, di Bombacci e di altri gerarchi, fucilati il 27 aprile del 1945 mentre cercavano di riparare in Svizzera, e poi appesi per i piedi alla pensilina di un benzinaio, a Milano. Oltre ai gerarchi penzolava dal quella pensilina anche Claretta Petacci, amante del Duce, che col fascismo non c'entrava niente. Per questa infamia, una donna che era lì in piazza, una partigiana, si ribellò. Si chiamava Carla Voltolina. Qualche anno dopo sposò Sandro Pertini. Era socialista e aveva forte il senso dell'umanità. Chissà che fine ha fatto quel sentimento e quella grazia nella sinistra di oggi.

Stroppa non riesce a rendersi conto del perché di tanta violenza. Dice che mai avrebbe pensato a una reazione così isterica e invasata a un gesto semplice e innocente. Dice di avere sentito Musk al telefono, ma che Musk è rimasto poco colpito dalle polemiche. Gliele hanno riferite. «Se ne è occupato, mi chiedi? Si, per circa un minuto, una risata poi si è rimesso a lavorare. Elon è fatto così». Stroppa, un rischio per la sua incolumità c'è? «Mi hanno detto di non sottovalutarlo più Sono mesi che mi danno del nazista sui social Mesi, da prima della vittoria di Trump. Dicono che sono fascista. Mi fanno ridere. Cosa c'entro io col fascismo? Ho sempre fatto volontariato, io sono assolutamente liberale». E Musk? «Beh tra Musk e il fascismo c'è un oceano.

Non credo che esista al mondo una persona più ossessionata di lui dalla voglia di allargare tutte le libertà. Altro che fascismo!». Ma allora perché la sinistra qui da noi - solo qui da noi - è scatenata contro di lui? Più contro di lui che contro Trump? «Lo temono, hanno paura». Di cosa? «Dell'eccesso di libertà».

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