Ognuno ha le proprie competenze, si tratta solo di farle valere: così Nello Musumeci esclude l'ipotesi di uno scontro istituzionale tra lo Stato e la Sicilia. Ma la tensione tra le parti è evidente: nelle scorse ore il governatore ha deciso di ricorrere al pugno duro, firmando un'ordinanza che prevede la chiusura degli hotspot di tutta la Regione e chiedendo al Ministero dell'Interno il trasferimento di tutti gli immigrati in altre strutture del territorio nazionale entro la mezzanotte di oggi visto che non è possibile "garantire la permanenza nell'Isola nel rispetto delle misure sanitarie di prevenzione del contagio". Gli hotspot sono al collasso: i clandestini continuano a sbarcare e i casi di positività aumentato, con le relative fughe dai centri d'accoglienza da parte di soggetti potenzialmente contagiosi.
La reazione del Viminale non si è fatta attendere, con un'accusa al presidente di aver intrapreso una scelta che non rientrerebbe nelle sue possibilità decisionali: la gestione dei flussi migratori "non è una materia di competenza delle Regioni", e comunque "non si capisce come l’ordinanza di Musumeci possa funzionare". Ma la replica del governatore non è tardata ad arrivare: "Il dubbio viene a chi è in malafede o è ignorante. Lo Stato ha competenza sui migranti. Il presidente della Regione ce l'ha in materia sanitaria. E in tempo di epidemia è chiaro che mi sto occupando di questo". Anche perché se vi è una struttura che, stando al parere le autorità sanitarie, non ha i requisiti per ospitare persone in tempo di Coronavirus "io ho il dovere di intervenire, altrimenti compio una omissione".
"Impressionante numero di sbarchi"
"I numeri degli arrivi sono impressionanti", è il grido d'allarme di Musumeci. Solamente nel mese di luglio sono arrivati 7067 migranti e ad agosto altri 3mila; invece nel 2019 sono stati 1088 a luglio e 1268 in tutto il mese di agosto. Davanti queste cifre, il governo "è arrivato a pensare solo ai campi di concentramento". Pensavano a una tendopoli-baraccopoli anche a Vizzini in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni, "che ci ricorda luoghi e contesti assolutamente da dimenticare". I medici della Regione sono stati mandati "nel campo di concentramento di Vizzini" e hanno detto che non esistono i requisiti igienico-sanitario. Il 26 giugno è stato chiesto al governo nazionale la dichiarazione dello stato di emergenza per Lampedusa, sanitario, sociale ed economico; ancora oggi non è stato dichiarato nonostante lo stato d'animo in cui vivono gli operatori di quelle isole.
La posizione del presidente è chiara: "Dal governo centrale ci attendiamo lo stesso rispetto". E, nel corso della conferenza stampa a Catania per illustrare l'ordinanza sullo sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza per i migranti con le relative modalità di attuazione, ha aggiunto: "Ad atteggiamenti improntati ad arroganza, superficialità o ai silenzi che fanno perdere tempo alla risoluzione dei problemi noi diciamo no". È stato rivendicato il diritto di tutelare la salute dei siciliani. Tenere i migranti "in quei campi di concentramento è un delitto". Ma il Viminale continua a sostenere che la competenza non è della Regione: "Se è loro agisca di conseguenza, perchè è fuorilegge: quei luoghi non rispettano le regole e le norme di sicurezza sanitaria".
"Da Roma silenzi e omissioni"
Ma a chi darà l'ordine per eseguire il provvedimento in questione? Come organo dello Stato ha notificato l'ordinanza alle Prefetture che rispondono al Viminale: "Se chi ha l'obbligo non agisce se ne assume la responsabilità". L'azione arriva solamente ora, dopo diversi mesi di attesa nella speranza che il governo giallorosso ascoltasse le istanze e desse una strategia: "Ma abbiamo capito che la risposta da Roma è fatta di silenzi e omissioni. E ho dovuto adottare l'ordinanza che tutela il diritto alla salute di chi si trova in Sicilia e degli stessi migranti". L'accusa nei suoi confronti è quella di sforare competenze non sue, ma a suo giudizio non si può assistere "al concentramento di centinaia e centinaia di esseri umani in squallidi locali che appartengono allo Stato, in una promiscuità assolutamente irragionevole. Si creano focolai. Io li ho visitati gli hotspot".
Musumeci infine, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha detto stop agli appelli buonisti che stanno arrivando dalla sinistra: "I siciliani rischiano di apparire razzisti. Ma non lo sono mai stati. Non lo siamo. Protestano semmai contro un governo immobile".
Effettivamente gli abitanti stanno esprimendo la propria rabbia contro l'esecutivo, totalmente immobile sul tema dell'immigrazione: "Non è giusto ammassare migranti. Non è giusto vederli fuggire nelle campagne senza saperne più nulla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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