Il professor Giulio Sapelli sarebbe potuto diventare il premier del governo gialloverde al posto di Giuseppe Conte. Lo ha scritto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel suo Un amore chiamato politica, che è edito da Piemme. Un'intervista avrebbe compromesso il cammino dell'economista. Il rapporto tra l'accademico ed i grillini, però, non è stato proprio idilliaco. E Sapelli racconta al Giornale come sono andate davvero le cose all'epoca. Il problema italiano odierno, invece, sarebbe quello istituzionale. Una crisi in cui l'Italia sarebbe entrata - dice il professore torinese - rieleggendo Giorgio Napolitano.
Professor Sapelli, siamo ad uno spartiacque istituzionale. Modificare l'equilibrio odierno appare complesso. Lei ha scritto un libro che si intitola «Draghi o il caos»...
«Sì: Draghi o il caos. Però dobbiamo trovare una via d'uscita. Io credo ne esista una più praticabile: ridare dignità alle istituzioni. Come si diceva una volta bisogna istituzionalizzare le istituzioni, che significa affidare a quest'ultime il ruolo previsto. Questo ruolo ha subito un vulnus istituzionale con il mandato a termine affidato a Giorgio Napolitano. É stato un evento di cui non abbiamo calcolato il discredito a livello internazionale. Qualcosa per cui abbiamo pagato prezzi e per cui continuiamo a pagare tuttora».
Pensa sia stato un precedente pericoloso?
«Un precedente pericolosissimo. Non a caso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto sottolineare l'impostazione del presidente Giovanni Leone relativa ad un solo mandato. Abbiamo calpestato la Costituzione. Qualcosa che capita in Bolivia! Com'è stato possibile fare una cosa simile? Su Napolitano i francesi parlerebbero di regalismo».
In relazione alla Cina: lei parla spesso di capitalismo terroristico...
«Non ce la fa più. Lo sforzo militare che sta facendo la sta distruggendo, come dimostra il crollo di tutte le attività immobiliari. Ci sono decine di città programmate per venti milioni di abitanti rimaste vuote. Xi Jinping non è Deng Xiaoping, ma un nuovo Mao. Mentre il mondo discute di clima, nazioni come Cina e Pakistan si riarmano con il nucleare. La questione di Taiwan è delicatissima: se scoppia un incidente su Taiwan può scoppiare pure un incidente nucleare. Altro che Co2».
Luigi Di Maio sostiene che lei sarebbe potuto diventare presidente del Consiglio...
(Sapelli ride in maniera fragorosa )«Sono andato a parlare con Luigi Di Maio perché sono stato invitato dal mio ex allievo Matteo Salvini e dall'onorevole Giancarlo Giorgetti. Sono andato lì con delle posizioni chiare. Ho anche comunicato chi avrei voluto come ministro dell'Economia. I grillini, dopo due ore, si sono messi a urlare onestà, onestà, onestà. A quel punto gli ho detto: Siete dei pazzi lombrosiani. E me ne sono andato".
Quindi l'intervista è arrivata dopo?
«Poi sì, è vero, il giorno dopo ho rilasciato un'intervista.
Mi hanno chiesto di fare un tentativo affinché Di Maio non diventasse premier. Pensi tuttavia alla forza delle istituzioni: ora il ministro degli Esteri legge bene quello che gli preparano, indossa sempre la cravatta... . La forza della democrazia parlamentare è immensa».
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