"Naufragio, cento morti" E Open Arms tratta: migranti su navi militari

Alarm Phone: temiamo una strage. L'Ong verso la Spagna: «In aereo all'Italia costerebbe meno»

"Naufragio, cento morti" E Open Arms tratta: migranti su navi militari

Open Arms deve approdare in Spagna, che si è fatta avanti mettendo a disposizione due porti: Algesiras, in Andalusia, distante da Lampedusa circa sette giorni di navigazione, e la più vicina Minorca, nelle Baleari, raggiungibile in tre giorni. Questa volta, la Ong spagnola ha detto sì dinanzi all'offerta di un approdo sicuro e all'ennesimo no secco allo sbarco da parte dell'Italia che, nei quasi 20 giorni di stallo della nave davanti a Lampedusa, non è retrocessa di un passo dalla sua linea dei porti chiusi (a parte un'apertura decisa dal premier Conte, che ha voluto lo sbarco dei presunti minorenni, alcuni dei quali risultati maggiorenni).

La Spagna adesso va bene a Proactiva Open Arms, ma a delle condizioni. «Non possiamo affrontare tre giorni di navigazione, in condizioni meteorologiche avverse», fa sapere la Ong e il capo missione Riccardo Gatti propone il trasferimento dei migranti fino in Spagna a bordo di un aereo. A spese di chi? «Per dare dignità ai naufraghi, potrebbero trasferirli a Catania e da lì in aereo portarli a Madrid è l'idea -. Abbiamo provato ad affittare un Boeing per 200 persone per portarli da Catania a Madrid e verrebbe 240 euro a passeggero». A conti fatti da Gatti, dunque, è più economico (e quindi fattibile) del trasferimento dei passeggeri di Aquarius di un anno fa, per cui «si sono spesi 250mila euro per la nave della Guardia Costiera e dall'altra nave neanche si è saputo il costo», sottolinea il capo missione Gatti.

Dal Viminale per il trasferimento si pensava proprio all'utilizzo di navi militari, ma ecco il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che si è fatto avanti mettendo a disposizione la guardia costiera per «accompagnare l'Ong verso il porto spagnolo, con tutto il sostegno tecnico necessario». Il fondatore di Proactiva Open Arms, Oscar Camps, incalza: «Quella della Spagna è una sceneggiata mediatica. Non siamo taxi del mare, abbiamo bisogno di cambiare l'equipaggio, di revisionare la nave». Insomma, il buon proposito di togliersi dalla testa lo sbarco in Italia c'è, ma sul modo di mettere in pratica un trasferimento dei migranti in un porto spagnolo c'è ancora da lavorarci su.

Non si è nemmeno chiuso il caso Open Arms - con tanto di inchiesta aperta dalla procura di Agrigento contro ignoti per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d'ufficio - che il commissario europeo Dimitris Avramopoulos, nei suoi contatti con gli Stati membri degli ultimi giorni, ha sollevato anche la questione della Ocean Viking, di Medici senza frontiere e Sos Mediterranèe, che attende in acque internazionali, ma vicino a Lampedusa, di vedersi assegnato un porto sicuro in cui fare sbarcare i 356 migranti a bordo.

Dalle coste libiche e tunisine si continua a salpare. Alarm Phone annuncia un'altra tragedia del mare. «Un pescatore - scrivono su Twitter - ha raccontato di una barca rovesciata al largo della Libia. Ha detto di avere salvato tre persone e visto molti cadaveri. I sopravvissuti parlano di oltre 100 a bordo. In questa fase non possiamo verificare queste informazioni, ma temiamo che possa essersi verificata un'altra tragedia di massa».

Nell'Agrigentino, intanto, continuano a registrarsi sbarchi autonomi e sbarchi fantasma. A Lampedusa sono approdati nella notte tra domenica e ieri 16 persone partite dalla Tunisia, intercettate in mare dalla Guardia di Finanza a poche miglia dall'isola su un barchino.

Un'altra piccola imbarcazione con 37 migranti è stata soccorsa ieri dalle Fiamme gialle e a Sciacca c'è stato uno sbarco fantasma. Sono 11 i tunisini fermati, ma non si sa se e quanti siano riusciti a far perdere le proprie tracce.

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